Eccoci alla seconda puntata (qui trovate la prima) di questa breve incursione nella terra dei Pitti. Gli antichi abitanti della Scozia furono chiamati così dagli invasori Romani nel III secolo d.C., in virtù dell’usanza di dipingersi ampie parti del corpo (dal latino pictus, dipinto).
Se la volta scorsa ho tentato di evocare le bellezze naturalistiche di questo Paese, oggi vorrei soffermarmi brevemente sulla sua capitale, Edimburgo, e la regione che la circonda.
Ci troviamo nella parte meridionale della Scozia, piuttosto vicini all’Inghilterra, e il paesaggio lo dimostra chiaramente.
Dimenticate le vallate delle Highlands e il mare che si insinua invadente in ogni insenatura. Qui prevalgono colline appena modulate, ampi pascoli e macchie boscose che movimentano il paesaggio.
E’ una campagna più antropizzata dove, pur se tra spazi enormi e poche case, si vede più chiara la mano dell’uomo. Una mano che è sempre attenta e rispettosa, che si prende cura del territorio, che lo mantiene e lo conserva come un bene prezioso.
Edimburgo è semplicemente magica.
La città vecchia, arroccata su uno dei sette colli sui quali si articola l’insediamento moderno, è plasmata da vecchi palazzi di pietra scura, con tetti spioventi da cui spuntano mille abbaini. E la fantasia si perde ad immaginare vite e storie in quelle piccole mansarde cullate dal cielo.
La mole del castello domina la città da ogni prospettiva. Maestoso ma mai minaccioso, regna con la forza del suo fascino.
Le strade sono acciottolate e tortuose, un saliscendi continuo sul quale si aprono innumerevoli vicoli, cortili nascosti, affacci inaspettati. Come quello di Victoria Terrace, che dà sulla colorata Victoria Street, per poi aprirsi sull’animata e ariosa piazza di Grassmarket.
Ma subito dopo si rientra nel folto della città, dove la storia sembra sussurrare attraverso le pietre e ogni angolo nasconde un’iscrizione, un residuo di abitazione antica, un segno del passato.
Anche stavolta mi sono fatta prendere la mano, senza avervi poi dato delle informazioni precise, soltanto le mie sensazioni. C’è tanto da vedere ad Edimburgo e, se avete la possibilità, fermatevi anche due o tre giorni: non ve ne pentirete.
Ma torniamo alla tavola! Visto che ci eravamo lasciati con i piatti principali, vi dico che quasi tutti sono accompagnati dalle oatcakes, biscotti salati a base di avena tritata (impastata con una buona dose di olio o burro) compatti, croccanti e saporiti. Una delle cose più semplici del mondo, da mangiare anche da soli come crackers spezzafame, per me sono stati una vera rivelazione, tanto che mi sono riproposta di farli presto. E mi sono fatta l’idea che siano un po’ un simbolo della Scozia, dove l’avena e i suoi derivati sembrano essere una presenza altrettanto persistente di quella dei cardi.
Venendo ai dolci, parte del mio entusiasmo per la Scozia si affievolisce un po’, perché non ho assaggiato niente che mi sembrasse rilevante. Il più diffuso tra i dolci nazionali è il cranachan: una coppa di panna montata molto densa (la double cream) miscelata con yogurt greco, miele e whisky, cui vengono aggiunti avena tostata imbevuta di whisky e lamponi freschi. Può sembrare allettante, ma per me è risultata davvero pesante e alla fine anche poco saporita, se non per il dolce dei lamponi. Ma gli ingredienti di base mi piacevano troppo e allora, una volta tornata a casa, ho provato a rifarne una mia versione. E l’ho adorata.
Un altro dolce tipico, ma che si trova meno spesso è il clootie dumpling, una sorta di pudding o pane dolce speziato, impastato con lardo, latte e zucchero di canna (a volte anche golden syrup) e condito con uvetta e frutti rossi disidratati. Solitamente è accompagnato da panna liquida o gelato alla vaniglia. Il nome deriva dal fatto che l’impasto, una volta mescolato, viene avvolto in un panno infarinato (clootie, diminutivo di cloth, stoffa) e immerso in acqua bollente per due ore (dumpling, fagotto) prima di essere fatto asciugare in forno. Insomma, un procedimento piuttosto lungo per un dolce che per me non ha niente di speciale.
Per quanto riguarda le bevande, sapete tutti che la Scozia è famosa per i suoi whisky ma dal momento che io non posso nemmeno sentirne l’odore, e dovendo fare delle scelte di viaggio, non ho né visitato una delle tante distillerie che si trovano lungo la via, né tantomeno fatto assaggi di alcun tipo. Se volete sapere qualcosa sul whisky, pertanto, questo non è il posto giusto. Tralascio anche l’argomento birra, sul quale non sono affatto preparata e che è altrettanto ampio e complesso.
Posso raccontarvi invece di come mi sia innamorata dell’apple cider, o sidro di mele, che pure conoscevo ma fino a questo momento avevo ingiustamente snobbato. Si tratta di una bevanda alcolica (da 1.2 a 8.5%) ottenuta a partire da succo di mele fermentato. E’ molto diffusa in tutto il Regno Unito ma in Scozia esistono moltissimi piccoli produttori locali, tanto è vero che in ogni villaggio abbiamo trovato marche diverse. Ovviamente ne esistono di infiniti tipi e gradazioni, più o meno dolci, aromatizzati, fatti con varietà di mele diverse, alla spina o in bottiglia…praticamente un mondo a sé.
Tra quelli che ho provato, il mio preferito è senza dubbio il Thistly Cross Cider Original, forse anche in virtù della suggestione del luogo in cui l’ho assaggiato: la deliziosa Elephant House, dove siamo finiti per caso, per poi scoprire di trovarci nel caffè ormai mitologico nel quale J.K. Rowling ha scritto il primo Harry Potter. Lì abbiamo pasteggiato a base di questo cidro “basic” prodotto dalla più importante etichetta scozzese (che rimane comunque un’impresa piuttosto piccola) e che non a caso usa il cardo come simbolo (thistle, cardo). Fresco, dal deciso sapore di mela, leggermente gassato e non troppo dolce, è perfetto per togliervi la sete…e per farvi girare la testa senza che ve ne accorgiate, visto che ha una gradazione del 7.2%!
Che dite: vi ho fatto venire voglia di partire?
assolutamente SI!!!!! eccome..io adoro la scozia….e per un caso o un altro non son mai riuscita a vederla….il cibo non mi alletta particolarmente….macchissenefrega…..c’è birra e anche sidro…da come dici tu…non gli avrei dato credito…ed invece…per quanto riguarda il superalcolico….sono d’accordo con te…manco l’odore mi piace..ma mi piace l’idea del whisky…di cosa c’è dietro della sa degustazione in fondo è cultura anche quella!!
È vero, e infatti un po’ mi pento di non aver visitato nemmeno una distilleria…ma non si poteva fare tutto! La Scozia te la consiglio davvero, già mi sembra di vedere il tuo entusiasmo per i panorami meravigliosi… E poi hanno un modo di apparecchiare la tavola per colazione che ti farà impazzire: curatissimo, codificato, con mille cucchiaini e ciotolini per salse, marmellate, zucchero chiaro, zucchero scuro…io andavo in visibilio ogni mattina! 😀
A me si! E soprattutto di oatcakes e clootiie dumpling. Quindi è vero che la farina di avena è quasi la farina principale nell’alimentazione scozzese? Devi assolutamente rifare quei biscottini, passerò a riprenderli in un altro weekend 🙂
Un abbraccio!
Ehehe…i biscottini sono in lista…anche perché tra un po’ finirà la scorta che mi sono comprata! 😀
La farina di avena la mettono dappertutto…forse anche nel caffè, a nostra insaputa!
Buonanotte e un abbraccio anche a te!
si, cara amica, anche oggi mi hai rimesso la voglia di tornare in quei luoghi e assaporarne un po’ la cucina (ti puoi immagina a 15 anni che consapevolezza pari a zero avevo vero???) 😀 i biscottini già me li segno e me li sogno! 🙂
Anche io non vedo l’ora di farli…avrei anche un ricettina cui abbinarli… troppo, troppo da provare!!! 😀
aspetto eh! 🙂
eh, le bottiglie mi avevano tratto in inganno… pensavo che fossero birrette… e infatti mi stupivo! 😀
No, poca birra, in realtà…e solo quella tradizionale. Ma l’appea cider può essere molto più alcolico! 😉
Ah sì? La questione si fa interessante! 😀
Ciao! Mi chiamo Patrizia e sono da poco una bloggallina… sto cercando, piano piano, di passare in tutti i blog del gruppo, per conoscervi meglio! Il tuo è davvero molto carino, e poi questo post su Edimburgo mi ha riportata a febbraio, quando l’ho visitata…stupenda! Il mio cuore è sempre a Dublino, ma Edimburgo è splendida, un posto magico…e poi gli scozzesi sono persone meravigliose, asciutte ma davvero gentili!
Complimenti per tutto! 🙂
Ciao Patrizia! Che bella idea quella di passare da tutti i nostri blog…io devo ammettere che non l’ho ancora fatto, ne conosco solo alcuni…forse dovrei mettermi anche io al lavoro! 🙂
Grazie delle tue parole… Edimburgo mi è piaciuta tantissimo, ma mi piacerebbe anche tornare a Dublino, che ho visitato da piccola con i miei ma della quale mi ricordo poco…Ricordo però che allora ci piacque molto! 🙂
Piacere di conoscerti allora, passerò presto a ricambiare la visita!
Buona giornata,
Alice
puoi dirlo forte!
🙂
Partirei domani…anzi in realtà era in programma una 5 giorni di golf per uomini con mogli e pulci al seguito poi è saltata altrimenti mi sarei gustata Edimburgo, gli oatcakes ed il sidro di mele! un bacione
Sì, effettivamente lì il golf è quasi lo sport nazionale, ci sono moltissimi centri ed è molto praticato… Peccato che la cosa sia saltata, speriamo che ci sia un’altra occasione. E sennò ci andrete in vacanza! 😉
Un bacio!
CHE MERAVIGLIOSE FOTO, DEV’ESSERE DAVVERO BELLA LA SCOZIA, MI E’ VENUTO IL DESIDERIO DI ANDARCI !!! MI SONO PIACIUTE UN SACCO SIA L’IRLANDA SIA LA BRETAGNA E I PAESAGGI DA TE FOTOGRAFATI RICORDANO QUESTE TERRE … CI FARO’ UN PENSIERINO …
Grazie!! I paesi nordici sono i miei preferiti!
Anche io non vedo l’ora di tornare in Irlanda e in Bretagna, che ho visitato ma quando ero ancora troppo piccola… Sono certa che adesso le apprezzerei molto di più! 🙂
A presto,
Alice
Che voglia di far le valigie e partire! …bella la foto della strada con le case colorate! Buono il cranachan!:)… Che fame… Di cibo… Di viaggi! 🙂
Baci
Grazie! E allora…programma il prossimo viaggio! 🙂
mmm…eccoli qui i dolci..che come a te non mi convincono molto..che dire? meglio berci sopra un bel sidro! Quanto mi piace..è stata la bevanda del mio erasmus! troppo buono! 🙂
Anna
Pensare che io in Erasmus non l’ho praticamente mai bevuto…che tonta!! 😀
Mamma mia che meraviglia…
Luna
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