Las tapas!!
Questa è la sfida dell’MTChallenge di ottobre e chi poteva proporla se non la mitica Mai?! La catalana più geniale dell’universo, una donna travolgente dalle mille risorse, spontanea e dolcissima, con la quale è impossibile restare seri!
La Mai, dicevo, ha scelto per noi le tapas. Che io ho sempre inteso come stuzzichini da aperitivo. E invece scopro che le tapas sono un mondo infinito, fatte di tanti tipi e varietà e che cambiano, ovviamente, a seconda delle città e delle aree geografiche. Volendo semplificarci la vita, Mai ha stabilito che si debbano fare 3 preparazioni:
1. una tapa, ossia una piccola porzione di un piatto intero, che si mangia seduti e che richiede un piattino;
2. un montadito, cioè una fettina di pane (o anche un panino mignon) da mangiare in due o tre bocconi, farcita con quel che si vuole;
3. un pincho, che è un boccone da “infilzare” con uno stecchino, che si mangia in piedi e non richiede posate né piattino.
Ma non finisce qui: le tre preparazioni, ai fini della sfida, devono avere un tema comune che le leghi tra di loro come un filo rosso. Dopo il panico iniziale, l’idea è venuta da sé, così. Sia stato il mio passato archeologico o il fidanzato sempre a stretto contatto con la terra (no, non fa il ruspista, anche se gli piacerebbe da morire), sta di fatto che ho pensato a delle underground tapas.
Cosa significa? Significa tapas preparate quasi esclusivamente con ingredienti che stanno sotto terra. Ma non mi sembrava abbastanza, e quindi ognuna di esse è dedicata ad un tema preciso, anch’esso sotterraneo. Vi pare strano? Forse un po’ stranina lo sono…ma sennò non sarei nell’MTC!
La metropolitana di Londra, inaugurata nel 1863, è la più antica e la più estesa del mondo. A lei è dedicata la mia tapa, un assaggio di uno dei piatti inglesi più famosi, il bubble & squeak.
Comfort food semplice e caloroso, nella versione tipica è a base di patate e verza, ma nasce per riutilizzare gli avanzi di verdure già cotte per l’arrosto domenicale, e quindi quel che ci buttate va bene, a patto che ci siano le patate.
Il nome richiama il suono che fa mentre cuoce: soffrigge e sfrigola nella padella unta d’olio, musica per le orecchie dei golosi!
Ingredienti
450 g di patate lessate
250 g di cavolo verza (per me, cavolfiore)
1 cipolla piccola
40 g di burro
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale e pepe
Mondate il cavolfiore, tagliatelo a cimette e lessatelo finché non diventa appena tenero. Scolate e tenete da parte.
Tagliate la cipolla a dadini e soffriggetela in 2 cucchiai di olio per 5′ in una padella antiaderente, unendo anche poco aceto di vino bianco (serve a smorzarne il sapore). Unite il cavolo e proseguite la cottura per 5′, mescolando bene.
Lavate le patate e lessatele con la buccia per 30′ in abbondante acqua. Pelatele ancora calde, passatele allo schiacciapatate e mescolatele con il burro, poi unitele nella padella con il cavolfiore, mescolate rapidamente e appiattite con una spatola. Fate cuocere a fiamma media per 15′ così che si arrostisca bene bene. Girate il tortino aiutandovi con un piatto piano come si fa per la frittata e cuocete per 10′ sull’altro lato.
La sostanza del montadito è un hummus di carote arrostite, la base è una fettina del mio pane ciabatta, sperimentato pochi giorni fa. A guarnire, altri ingredienti sotterranei: porro e arachidi.
Ma cosa c’entra la resistenza? Semplice: sapete ormai tutti che la carota arancione è stata creata dagli olandesi nel XVII secolo in onore della dinastia degli Orange, in seguito a una serie di incroci e selezioni a partire dalle varietà esistenti in natura e che sono di colore nero-violaceo e giallo. Orbene, la resistenza olandese organizzatasi durante la Seconda Guerra Mondiale si chiamava proprio Underground: ed ecco perché ho ribattezzato così l’hummus di carote arancioni.
Ingredienti
5 carote medie (circa 200 g)
1 cucchiaio di sciroppo d’acero
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 rametto di timo
mezzo cucchiaino di semi di cumino pestati
sale e pepe
2 cucchiai di ceci lessati
1 cucchiaino scarso di tahina
pane ciabatta (il mio!)
mezzo porro
olio di semi di arachide
un cucchiaio di arachidi non salate tritate grossolanamente
Mescolate l’olio con lo sciroppo d’acero, il timo e il cumino. Pelate le carote e irroratele con il condimento preparato, disponetele su una piccola teglia coperta di carta forno e infornate a 180°C per 20′, poi giratele sull’altro lato e proseguite la cottura per altri 20′. Se non vi sembrano sufficientemente tenere, proseguite la cottura, magari coprendole con alluminio per non farle seccare troppo. Una volta cotte, frullatele con i ceci e la tahina, aggiustando di sale e pepe e aggiungendo eventualmente ancora poco olio.
Tagliate a fettine la parte bianca del porro, separate gli anelli, lavateli e asciugateli bene. Friggeteli in olio di arachide ben caldo per pochi minuti e scolateli su carta assorbente.
Tagliate la ciabatta a fette, tostatele sotto al grill del forno per pochi minuti e poi spalmatele con l’hummus. Distribuitevi sopra gli anelli di porro e le arachidi tritate.
Con il pincho andiamo in Austria, dove si fa un gran consumo di sedano rapa, patate e funghi. E dove ci sono molti importanti giacimenti di sale (in particolare nella regione del Salzkammergut).
Le polpettine vogliono proprio rappresentare delle “pepite” di sale, che allo stato puro si trova un grandi cristalli di colore giallo-bruno. Anche in questo caso, quasi tutti gli ingredienti si attengono al tema, compresi i funghi, che sono della varietà Boletus Edulis e quindi al momento del ritrovamento sono ancora praticamente sotto terra (grazie babbo!). In realtà avrei preferito usare del tartufo, ma non l’ho trovato.
Ingredienti
120 g di sedano rapa
120 g di patata lessata
10 g di burro
pangrattato
mezzo cucchiaino di senape in grani
mezzo cucchiaino di erba cipollina tritata
sale e pepe
100 g di porcini freschi
mentuccia (nepitella)
olio extravergine di oliva
Mondate il sedano rapa, tagliatelo a fette spesse 6-7 mm e disponetelo su una teglia coperta di carta forno. Cuocete a 180°C per 30′ o fino a che non è tenero. Frullatelo con la senape e l’erba cipollina. Schiacciate la patata ancora calda e mescolatela con il burro, poi unitela al sedano rapa, unite un cucchiaio di pangrattato e aggiustate di sale e pepe.
Formate con le mani polpettine grandi come una noce, passatele nel pangrattato e disponetele su una teglia coperta di carta forno. Irrorate con un filo d’olio e infornate a 180°C per 10′.
Pulite i funghi, raschiando la terra alla base del gambo con un coltellino e poi passandoli velocemente sotto un filo di acqua corrente, spazzolando delicatamente il cappello con uno spazzolino. Tagliatelo a fettine e fate cuocere in olio già caldo per 6-7′. A metà cottura, salate e unite la maggiorana.
Infilzate in uno stecchino un pezzetto di fungo, poi una polpette e ancora un fungo: il pincho è pronto.
Con questa ricetta partecipo alla sfida n. 60 dell’MTChallenge
Hummus di carote sarà mio !! Mi piace tantissimo e penso che inoltererò la ricetta a mia figlia pure. Giurin giurino 🙂 e non sapevo mica della resistenza olandese che si chiamasse Underground…i tuoi post sono come gli appunti da studiare e le tue foto meravigliosamente autunnali. A presto !!
E io invece non vedo l’ora di leggere il tuo 🙂
Corro subito. Grazie Marina!
Complimenti per tutto: originalità, interpretazione, fotografia!!! Bravissima e “Chapeau” da Magali!
Grazie…a tutte e due!
o mamma mia alice! Queste cose sono stupende, e mi è piaciuto molto anche il tema sotterraneo.
Davvero un’intepretazione splendida. Ti faccio i miei complimenti, sono molto attratta dalle tue preparazioni, soprattutto il Bubble & squeak e il pincho minerario.
Io questo mese non so mica se ce la posso fare, sono in mare altissimo sulle idee…
Ma a leggere voi viene voglia di buttarsi…
Davvero un’idea, anzi, tre idee irresistibili.
A propos, riusciranno i nostri eroi a concretizzare se non una tapa almeno un caffettino?
Grazie Gaia! Vedrai che ci riuscirai…alla fine io ci ho messo più a pensarlo che a farlo! 🙂 Dai, dai!
Per il caffè non possiamo rimandare oltre…ti scrivo e fissiamo!
Geniali sia nell’idea che nel racconto!
Grazie Chiara!
Ogni tua proposta la trovo spettacolare. Mi piacciono gli abbinamenti, le foto, mi sono innamorata di quel bubble&squeak (che copierò quanto prima) e incuriosita dall’hummus di carote. Brava come sempre 🙂
Secondo me dell’hummus di carote di ti innamorerai 🙂
Grazie cara Paola, un abbraccio!
premetto che da quando ti seguo e arriva la neesletter anche mentre lavoro guardo il tuo sito ma non posso commentare purtroppo
incantata come sempre dalle foto che parlano da se e da questa tapas….
i cavolfiori nascosti cosi uhmmm anche un bambino non potra’ resistere hummus di carote vabbe’ mi lecco i baffetti ( si devo adare dall’ estetista iihhihihi )
complimenti
Veronica, tu sei sempre tanto cara 🙂 E hai ragione, secondo me i cavolfiori così li mangerebbe chiunque!!
Grazie e un abbraccio!
oh le brassicacee e i tuberi <3
sei riuscita poi a interpretare il tema dell'autunno senza banalità, in pulizia e armonia
fantastica
tra oggi e domani mi metto anch'io…spero venga tutto bene…
in bocca al lupo per la sfida e un abbraccio grande
Lou
Grazie Lou! Non vedo l’ora di vedere la tua!! Un abbraccio!
Che meraviglia Alice, che tema ganzo 😉 non vedo l’ora di fare questo hummus di carote
Un abbraccio
Ambra
Grazie e a presto Ambra!
Davvero spettacolare!!
🙂
Questo fil rouge è veramente originale e tu sei meravigliosa come sempre! Certo che una delle tre preparazioni potevi dedicarla all’archeologo 😛
Ho letto tutto d’un fiato e le ricette sono strepitose… ragazza ti sei superata! <3
Effettivamente avevo pensato a dedicarla all’archeologo da campo…ma non mi tornava bene con i riferimenti! 😀
Grazie Dani, sei sempre carissima! 🙂
Dì la verità: queste tapas le hai fatte pensando a me!! 🙂 Ortaggi da radice, Olanda e quel sedano rapa che io amo tantissimo e soprattutto nella Minestra Viennese…guarda se non siamo sulla stessa lunghezza d’onda io e te? Bellissime ricette e splendide foto! Brava Alice!
E’ vero!! Quante cose in comune! E pensare che era la prima volta che assaggiavo il sedano rapa…e l’ho amato subito, tanto è vero che l’ho già ricomprato! 🙂 Ma io sono nordica nell’animo… Grazie di cuore Roberta, un abbraccio!
…è la seconda volta che passo per gustarmi parole e immagini!!!
Una delizia.
L’hummus di carote poi è da provare assolutamente.
Sono certa che ti piacerà! 🙂
Grazie Ottavia, buona serata!
Sono rimasta incantata e avvinta alla lettura, grande Alice, quante cose si vengono a sapere leggendo gli articoli dei partecipanti…. la mia preferita è la prima, per il rumore, le mie sono orecchie golose…
La prima è la più saporita e anche io l’ho amata. Ma ti assicuro che l’hummus di carote con quegli anelli fritti e le arachidi non ha nulla da invidiarle! 🙂
Sei stranna?
E chi non lo è?
Ed è vero, d’altronde siamo tutti qui all’MTC!!!
Adesso respira e lasciati andare come hai fatto per queste “tapas” perche cara mia, sei in buona compagnia!!!
Tu sei e sarai sempre la donna delle mani d’oro, anche perche tutto quello che tocchi diventa bello e buono! Tutto ha un senzo qui da te, e anche se è ricercato da l’impresione di essere la cosa più naturale al mondo.
Guarda quel pincho… l’hai infilzato con un rameto! Chi altro poteva farlo se non te?
Guarda quella tapa… la fogliolina le fa di piatino! A chi li poteva venire in mente se non a te?
Senti, questo è un poost meraviglioso legato perfettamente e con una semplicità e rustichezza che mi viene voglia di addentare ogni boccone.
E quella polpetta del pincho sò già che mi toglierà il sogno in questi giorni, perche è cosi perfetta e mi ricorda tanto a quelle “pepite” di sale di qui parli di quei cristalli di colore giallo-bruno…
No, guarda, una poesia hai fatto… proprio una poesia d’auttunno!
E se volevi prendermi per la gola hai scelto proprio gli ingredienti giusti… tutti tutti!!!
Grazie Alice!!!!
Grazie Mai! Grazie per aver notato tutte questi i dettagli e per tutte le cose che belle che hai detto! Non ti risparmi mai e sei sempre in grado di dare tanto agli altri…sei magica, e lo intendo davvero. Ti abbraccio forte 😀
Bellissime foto. Bellissimo post. Mi piace molto il tema, mi piacciono i sotto-temi e, sopratutto mi piacciono le ricette!
Buone, semplici ma ricercate nei particolari… Complimenti.
“Semplici ma ricercate nei particolari”…uno splendido complimento! Grazie Claudio 🙂
L’ importanza delle radici. Da ammirare tutto: dall ‘ idea, al post, alle ricette, fino le immagini. Bravissima.
Grazie Katia, davvero. 🙂
Che tema! E che ricette! bellissimo il filo del racconto a cui hai legato ogni ricetta, realizzata con la solita cura ed abilità. Le radici sono importanti e mai senso fu più letterale.
Le tue immagini parlano più delle tue parole. Veramente stupendo: tutto!
Un abbraccione cara Alice.
Grazie Patty, troppo cara!! Un bacio!
Non mi ero mai soffermata su cosa fossero esattamente, varietà, tipologie ecc… le tue introduzioni sono sempre molto interessanti, almeno quanto le ricette!
Io non ne avevo idea, Viv! E’ stata una scoperta anche per me 🙂
ogni giorno di più mi convinco di quanto ci sia sempre da imparare, per tutta la vita. E qui si impara. Molto.
Posso solo ringraziarti. E’ sempre un piacere leggere i tuoi post, guardare le tue foto talmente belle che ti viene voglia di tuffarti a capofitto sui piatti. A proposito, ho in frigo il cavolo nero, predestinato al tuo polpo, e un bel sedano rapa fresco fresco, indovina che fine farà…
Complimenti Alice, di cuore.
Grazie Giuliana!! Ma che tu possa imparare qualcosa da me…non credo proprio! Ma grazie per le tue parole e la tua attenzione, sei davvero molto cara. Un abbraccio.
Io le trovo bellissime e geniali 🙂 Il filo conduttore che hai scelto, mi piace da matti!
Grazie!! 😀
Wow, adoro tutto veramente… le foto, il calore e i sapori che trasmettono!
La mia preferita? l’hummus!
Grazie Lisa! Ti confesso che forse anche per me è la preferita! 🙂
Mi piace tantissimo il tema Underground e la tua interpretazione!
Noi saprei davvero quale scegliere tra le tre, ma non lo ritengo un problema: il tapear implica saltare da una sfiziosità all’altra, e quindi io le scelgo tutte e tre!
Grande Alice!
Hai ragione, il bello delle tapas è questo: perché mai bisogna scegliere?! 😀
Grazie Mapi, un abbraccio!
Non c’è una ricetta qui sopra che non mi sono già scaricata!
il tortino sarà una delle prime, anzi no: prima la ciabatta o forse le polpette?
insomma, hai creato tre tapas straordinarie, rendendo speciali questi ortaggi sotterranei! bravissima i miei complimenti!
Ma grazie Francy!! 😀
Magnifica! Foto che ti prende subito, filo conduttore azzeccatissimo e preparazioni assolutamente nelle mie corde. Mi piaceeeee
Ma grazie!! 🙂
Tu sei la donna dell’autunno, per i colori, le ricette, le poesie che racconti nelle tue ricette…
Alice, mi hai incantata con queste tue tapas.
La donna dell’autunno 😀 Mi piace questa definizione!!
Grazie Chiara, un abbraccio!
Forte il tema underground e come l’hai interpretato!! E’ sempre un piacere leggerti e ammirare le tue bellissime composizioni e le splendide foto che fai.
Complimenti!
Ma grazie Cristina!! Sei un tesoro. Ma…quando ci vediamo?!
Ti vedo su entrambi i podi: quello delle foto e quello delle ricette. Bravissima!
Eeeeh, troppo!! Mi accontenterei di essere sul pezzo! 😉
Alice che meraviglia!! Adoro il disco di legno che hai usato per le foto (anche io ne ho un sacco!) e poi mi sono divertita un sacco a leggerti: complimenti per l’idea e ancor di più per l’esecuzione!!
Grazie molte Caterina! 🙂
Gnam gnam gnam….! E quell’hummus di carote?! Da provare assolutamente!
…io ti vedo agli indizi, invece… ma come ti son venute in mente, queste associazioni? L’underground olandese e’ roba che nemmeno il mio neurone, nei momenti magici.. intendo dire: preoccupati 🙂
Senti, torno seria per dirti solo che stavolta ho diligentemente copiato tutte le tue ricette. in pole c’e l’hummus di carote, ma anche il Bubble & Squeak col cavolfiore invece della verza, che lo tiene meglio insieme, finira’ nei nostri piatti, nei prossimi giorni. La creativita’ ti giova, anche quando e’ sotterranea 🙂 Sei sempre piu’ brava.
Effettivamente lo confesso: mentre cercavo dei legami plausibili mi sono venuti in mente più volte i tuoi indizi. Giuro! 😀
Grazie cara Ale…sempre più felice di far parte dell’MTC 🙂
che bella presentazione…. e che buone tapas! a presto!
Grazie! 🙂
Mi sono innamorata di queste tapas dai colori della terra guardando solo la foto su Instagram, ma finalmente trovo il tempo per venire a leggere.. e che meraviglia hai fatto?! Non solo gli ingredienti “underground”, ma anche un bel tema sotterraneo che .. soggiace 😉
Preparazioni raffinate, come la storia che nascondono.
Bravissima!
Grazie Giulietta! 😀
Foto da urlo,nome tema stupendo, creatività stupefacente!!! WoW, mille wow Alice!!
Tapas da copertina e da giornali raffinati!!!
Il Bubble & Squeak non lo conoscevo , una bella scoperta grazie!!!
Wow! Grazie per il tuo entusiasmo Cristina!! 😀
♥
Oh Alice strepitosa. Mi vien voglia di abbracciarti forte!
Le Tapas che hai èreparato sono assolutamente deliziose, io ne sono una grande amante, le tue si mangiano con gli occhi!! Bravissima davvero.
Grazie Emanuela! 😀