Dopo quasi cinque anni, la mia casa è stata profanata. Ho fritto.
Pensavo che non avrei mai vinto questo tabù, ma si trattava di un fritto così leggero, profumato e delicato che quasi non mi è sembrato: ho fritto i fiori di acacia.
L’impiego di erbe spontanee in cucina mi ha sempre affascinato e un mio grande rammarico è di non aver ancora seguito un corso per il loro riconoscimento, per poterle usare a mio piacimento in cucina. Non che poi sarebbe semplice trovarle nei pressi della città. Bisogna conoscere un po’ le campagne e, anzi, allontanarsi il più possibile dai centri abitati e dalle strade trafficate, per avere garanzia di raccogliere piante non contaminate dallo smog e dalla sporcizia. Ma saperle riconoscere è prerogativa indispensabile per la ricerca.
Anche per questo, mi sono concentrata sui fiori, che mi sono più familiari ed ero partita con un’idea legata al gelsomino che però, al momento di preparare la ricetta, non si era ancora deciso a fiorire. Le stradine di campagna, invece, sono tutte un pullulare di meravigliosi e profumatissimi fiori bianchi: sambuco e acacie, per la precisione.
Se con il sambuco ho fatto questo sciroppo (e lo vederete presto protagonista di un’altra ricetta), l’acacia non l’avevo mai utilizzata ma sapevo bene che era usata per fare della frittelle. Vederla così rigogliosa e capire che il momento era giunto è stato tutt’uno. E il fritto ha varcato la soglia di questa casa.
L’acacia è una pianta della famiglia delle Fabacee o Leguminose, e infatti potrete notare che i suoi fiori ricordano molto quelli delle fave e dei piselli. Sono bianchi e profumatissimi e in questo periodo costellano le grandi piante ben visibili anche lungo le strade, esposte al sole e in terreni ben drenati. Sono grappoli carnosi che ondeggiano al vento espandendo il loro dolcissimo aroma tutto intorno: difficile non restarne incantati.
E ne rimangono incantate anche le api, che accorrono a suggere il loro polline: il miele di acacia è tra i più dolci e delicati, apprezzatissimo anche in pasticceria per la scarsa acidità e la caratteristica di mantenersi sempre allo stato fluido.
Per preparare le frittelle è necessario raccogliere fiori lontano da strade trafficate, che non abbiano depositi di smog e sostanze nocive.
Io ho dovuto preparali la mattina successiva ma l’ideale sarebbe friggerli subito. Non devono essere lavati, basta scuoterli delicatamente per rimuovere eventuali insetti.
Ho provato a farli in due modi. Prima con una pastella leggerissima di sola acqua, birra e farina, che lasciava il fiore “nudo” e croccantissimo. Ma di sostanza restava ben poca e il sapore, per i miei gusti, era sin troppo forte. Allora ho aggiunto le uova nella pastella (è quella di cui vi lascio la ricetta) e il risultato mi è piaciuto molto di più. I fiori vengono avvolti in un soffice involucro che ne stempera leggermente il sapore e al tempo stesso lo valorizza: soavemente deliziosi.
Io ho fritto i rametti interi, così da poterli mangiare direttamente tenendoli dal gambo (ma non mangiate la parte legnosa!). In alternativa potete staccare delicatamente i fiori uno ad uno e mescolarli con la pastella ma, oltre ad essere molto più laborioso, perderete la forma originaria del rametto, che secondo me è molto bella da presentare.
Ma ora, andiamo a friggere.
Amo i fiori di acacia fritti Alice! Io a dir la verità l’ho profanata quasi subito casa mia, non friggo spesso ma ogni tanto ci sta, soprattutto nel periodo di Carnevale!
Le tue frittelle sono favolose, sai che non le ho mai provate in versione dolce? Tocca rimediare… L’anno scorso le ho fatte e messe sul blog, ma salate! Questa tua versione è da provare, bellissime… Brava come sempre! Un bacione
Via, il prossimo fritto lo farò per Carnevale allora…uno all’anno mi sembra sufficiente 😄
Grazie, un bacio!!
Ciao Alice, se vuoi un fritto più leggero e croccante sostituisci la farina con quella di riso, puoi benissimo togliere l’uovo ed adoperare acqua frizzante o birra ghiacciate: metti i grappolini nella pastella, li fai intridere bene e poi li “stropicci” con le mani per eliminare l’eccesso di pastella così il fritto sarà uniforme. E’ un “segreto” svelato da Scarello che, lo zucchero, lo aggiunge alla fine, a volte per un antipasto salato puoi salare i grappolini Mi dispiace non far parte di questo gruppo, questo tema mi sarebbe davvero piaciuto… Buona giornata.
Ecco, alla farina di riso avevo pensato…e poi me ne sono dimenticata 😀
Grazie per questi trucchi, spero di ricordarmene la prossima volta…ma immagino che non sarà molto presto!!
Guarda che puoi partecipare anche tu a questa settimana, con un contributo esterno ma che faccia riferimento al Calendario: chi meglio di te?! Mi farebbe tanto piacere!
Lo sai che questo e stato il primo piatto che ho cucinato per il mio Alessandro 9 anni fa quando dovevo conquistare il suo cuore?? ❤
Non ci credooo!! 😄😄😄
Oh, svengo dall’emozione e tu, Elena, lo sai 😉
Rcori dolce Elena quando a seguirti eravamo soltanto io e Trry? Ora, che sei diventata “grande” non ci consideri nemmeno….
Dolce Alice, forse non sai che io sono stata bannata/emarginata da tutto ciò chè è organizzato da Alessandra Gennaro & Co. quindi sarà per un’altra vita <3
😯
…Alice Carissima, eccomi anche qui, a ringraziarti in prima persona per il contributo, profumatissimo e molto profanatore 😀
Mi sento onorata di esserne stata motivo!!!
Ma penso ne sia valsa la pena, alla grande. I fiori di acacia li adoro, ma non ho mai fatto le famose frittelle, pensa un po’! E dire che potrebbe esser giunta l’ora.
Grazie di esserci stata, ti abbraccio!
Grazie a te Cinzia, è stata davvero una bella settimana e il tuo post ufficiale era interessantissimo! Avrei partecipato con altre 10 ricette, ad aver avuto tempo!
Ricambio l’abbraccio.
Che bellezza da presentare e immagino da gustare. Io ho scoperto solo quest’anno che si possono anche loro mangiare in pastella.
(sto recuperando I tuoi articoli: non so cosa sia successo…uffi…)
Mi piace tanto l’idea di cucinare con i fiori, e non usarli solo come decorazione come vorrebbe la moda più recente…queste erano davvero buonissime! Guarda con il reader è un casino, mi sa che non fa vedere gli articoli nemmeno se mi hai riaggiunta, me lo diceva anche un’altra amica di blog (Fancyhollow). Sono molto dispiaciuta perché ho perso un sacco di contatti 🙁
Che delizia. Le feci almeno tre anni fa dopo una bella gita sul lago di CastelGandolfo, e trovai una ricetta fra tante.
Le feci con una tempura, ed in effetti erano molto ‘nude’ e croccanti. Poi le servii con del miele d’acacia, e furono molto apprezzate, ma queste sono Sontuose!! Riproverò!
(a stagione adatta naturalmente!)
Che emozione trovare una ricetta così appetitosa, grazie!
Grazie mille Chiara, sono contenta che questa ricetta ti sia piaciuta! Spero che ti piacerà anche all’assaggio 🙂
[…] ne potranno fare infusi, tisane, squisite frittelle dolci, ma anche delicati […]
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