L’ultimo post prima di Natale è una ghirlanda di pane all’olio per accogliere le feste imminenti e abbellire le vostre tavole.
Ma prima vi tocca una piccola riflessione, scaturita stamani sotto la doccia, mentre mi lavavo i capelli con il bagnoschiuma, tanto ero assorta.
Il fatto è che passa il tempo, aumentano le esperienze, eppure non cresco mica tanto.
Mi capita spesso di meravigliarmi di me stessa, come a dirmi: “Ma ancora non hai capito?”.
No, non ho capito, e ci sono cose della vita apparentemente banalissime che continuano e rivelarmisi come epifanie divine, gettando sprazzi di luce in un progredire altrimenti oscuro.
L’ultimo episodio del genere risale a ieri, quando mi è arrivato un gesto di gratitudine e apprezzamento – sotto forma di piccolo regalo – per me del tutto inatteso.
La meraviglia deriva innanzitutto dal fatto che persone tanto diverse da me e con le quali tutto sommato non ho confidenza abbiano visto in me qualcosa di positivo e, in secondo luogo, dalla constatazione più generale che le persone mi stimano.
Non tutte, ovviamente, ma un numero sufficiente per rendermi felice e in parte incredula.
È sempre stato così, nei decenni, sin da quando i professori dicevano a mia mamma cose sul mio conto che io non ero in grado di vedere né di apprezzare, e che ascoltavo dubbiosa come se parlassero di qualcun’altro.
Succede tuttora, ogni volta che mi dicono qualcosa di positivo, con quella vocina che mi sussurra all’orecchio: “Ma sarà vero?”.
È forse uno dei torti più grandi che possiamo farci, quello di non credere in noi stessi, di non fidarci delle nostre capacità, di credere di non valere abbastanza.
E anche se ne sono consapevole e cerco di ripetermi il concetto per tentare di assimilarlo, ogni volta rimango sorpresa.
Non va bene, lo so. Ma se non altro è una bella sorpresa.
Questo sarà l’ultimo post prima di Natale e ho pensato a qualcosa di festoso, da condividere e presentare sulla tavola delle feste.
Si tratta di una ghirlanda di pane all’olio con pomodori secchi e mandorle salate. Saporito ma non troppo, ottimo da accompagnare a salumi e formaggi nell’antipasto di Natale o da mangiare da solo in attesa dei primi piatti. Con una candela al centro o una composizione di fiori allieterà la vostra tavola imbandita, almeno fino a quando non verrà azzannato 😉
Con questa terza ricetta si conclude la collaborazione 2018 con l’oleificio Zucchi 1810, che colgo l’occasione per ringraziare per avermi scelto e per avermi fatto provare tanti dei loro prodotti.
Se ve le foste perse, le prime due ricette erano la zucca di zucca con pesto di salvia e noci e i mini krapfen di farina di castagne farciti con crema di ricotta.
E infine vorrei augurare buone feste a tutti voi che mi leggete con costanza, a chi passa una volta ogni tanto, a chi vorrebbe e non trova mai tempo, a chi è finito per caso su questa pagina. Che possiate trascorrere giornate tranquille e serene con le persone che amate, senza troppi pensieri, con un po’ di leggerezza e uno sguardo fiducioso verso il futuro.
Porzioni: 10 Tempo di preparazione: 30 minuti + circa 4 ore di lievitazione Tempo di cottura: 30 minuti
Ingredienti
200 g di farina Manitoba
300 g di farina 0
250 g di acqua
60 ml di olio di vinacciolo Zucchi 1810
12 g di lievito di birra fresco (3 g di lievito di birra essiccato)
2 cucchiaini di zucchero
10 g di sale
5 g di pepe
150 g di mandorle tostate salate tritate grossolanamente
150 g di pomodori secchi sott’olio
Scolate i pomodori secchi e tagliateli a pezzettini.
Sciogliete il lievito di birra in metà acqua, appena intiepidita. Mescolate con una forchetta e fate riposare per 10 minuti.
Setacciate insieme le farine e unite lo zucchero. Versatevi poi l’acqua con il lievito e iniziate ad impastare. Unite il resto dell’acqua tiepida a poco a poco, e poi l’olio, il sale e il pepe, impastando prima con una forchetta e poi a meno, sulla spianatoia, fino a quando l’impasto non sarà liscio e ben incordato. In alternativa, potete usare la planetaria con l’attacco a gancio e a bassa velocità.
Mettetelo in una ciotola unta d’olio, coprite con un canovaccio e fate lievitare nel forno spento ma tiepido per almeno 2 ore, o comunque fino al raddoppio.
Riprendete l’impasto, sgonfiatelo delicatamente sulla spianatoia e stendetelo delicatamente con il matterello, fino a raggiungere la dimensione di circa 40 x 30 cm.
Distribuitevi in superficie le mandorle e i pomodori secchi lasciando liberi circa 2 cm su un lato lungo. Arrotolatelo lungo il lato lungo.
Trasferitelo delicatamente su un foglio di carta da forno. Tagliatelo in due strisce nel senso della lunghezza e intrecciatele tra loro, senza stringerle troppo, poi giratele a formare una corona e chiudetela unendo le estremità.
Se volete che il pane rimanga piuttosto alto, disponetevi intorno un anello in metallo, le classiche cerniere da torta, altrimenti lasciatelo libero. Mettete al centro un ramequin in ceramica ben unto di olio (all’esterno) per contenere la crescita del pane.
Fate lievitare circa un’ora o un’ora e mezzo in un luogo tiepido e al riparo dalle correnti d’aria, coperto da una pellicola.
Cuocete a 200 per 30 minuti circa, abbassando la temperatura a 180°C negli ultimi 10 minuti di cottura.
I giudici più severi di noi stessi siamo noi, il ché è un bene perché ci stimola a migliorare ed un male perché talvolta ci tarpa le ali. E quando arrivano i riconoscimenti sono piccoli tesori da mettere nella madia che custodisce i tesori della nostra vita. E secondo me è meglio lasciarla aperta quella madia: ne porta di altri.
Ti abbraccio con affetto Alice e ti auguro buone e serene feste a te e alla tua famiglia… (adesso leggo gli articoli precedenti)
Impariamo a valorizzarci e a volerci bene… Tu hai tante belle qualità che metti nel blog al pari delle ricette, certo sono qualità che non sgomitano, le più eleganti, quelle che necessitano di occhi attenti, quelle che per chi è affine sovrastano tutte le altre. Buon Natale Alice!
Tu riesci sempre a preparare cose magnifiche. Buone feste cara Alice