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Viaggiare serve anche a questo. A tornare un po’ diversi.
Si torna con spirito fresco, alleggerito dalle abitudini e dalle meccanicità del quotidiano, che ci siamo lasciati alle spalle per un po’.
Si torna e – per quanto stancante sia stato il viaggio – la nostra mente è più rilassata; sulla scia dello spirito della vacanza, si lascia andare, segue il flusso della vita, si libra al di sopra dalle minuzie che ci intrappolano.
E’ uno stato di grazia temporaneo: ben presto saremo di nuovo assorbiti dagli schemi consueti.
Ma si può provare a fare tesoro di questo momento, farlo durare più a lungo; forse anche renderlo permanente, pur se a intermittenza.
Mi sorprendo, allora, di come sia semplice vivere.
Dissolta la routine, viaggio fuori dai binari, e ogni movimento è possibile.
Non c’è più bisogno di programmare con tanto anticipo.
Lavoro con più energia ed entusiasmo.
Perdo meno tempo: non lo spreco in atti meccanici che mi svuotano la mente e mi inaridiscono.
Vivo il momento, e il futuro non occupa la mia mente.
Lascio libero corso ai pensieri, non ancora rientrati nei solchi, e la creatività ne gode.
Non conto più i minuti, le parole, le calorie.
Lascio che i gesti si susseguano fluidi e spontanei, i pensieri vaghino liberi dalla gabbia, gli occhi esplorino intorno come se fossero ancora in paesi lontani.
Guardo la realtà con una freschezza nuova, e sono più leggera.
Come vorrei che durasse, questo stato.
L’ultimo regalo in ordine di tempo che mi ha lasciato il recente viaggio (del quale, prima o poi, vi parlerò) è un bel mazzo di coste di rabarbaro, trovate per puro c…aso la mattina della partenza e che quindi hanno potuto seguirmi fino a casa. Accendere il forno è diventato allora un imperativo morale, con sprezzo del pericolo, per dare all’agognato rabarbaro una giusta destinazione. E poi, a me le crostate fanno tanto estate, che ci posso fare?!
Ho scelto questa tart (o galette, come preferite), originariamente senza glutine, che viene da Bojon Gourmet. Non è leggera, ma è tanto buona!! Il sapore asprigno del rabarbaro contrasta alla perfezione con quello denso e avvolgente della crema di mandorle e burro, e la nota amara è smorzata dal miele.
Rispetto all’originale ho semplicemente ridotto un po’ il burro (ma poco, davvero!) e usato farina 00, visto che non ho particolari esigenze da questo punto di vista.
GALETTE DI RABARBARO, MANDORLE E MIELE
Porzioni: 8 Tempo di preparazione: 30 minuti + 2 h di riposo Tempo di cottura: 30 minuti
Ingredienti
Per la base
Per la farcia
Per la finitura
…
Setacciate la farina, unite il sale e lo zucchero, poi il burro a dadini e sfregate con le mani, intridendo burro e farina fino ad ottenere un composto bricioloso. Unite i cucchiai di acqua fredda uno ad uno, quanta ne basta per fare compattare il tutto. Stendete rapidamente l’impasto con il mattarello, tra due fogli di carta forno per non farlo attaccare, fino ad ottenere una sorta di rettangolo. Piegatelo in tre parti, ruotate di 90°, stendetelo di nuovo e piegate nuovamente in tre parti. Avvolgete nella pellicola e riponete in frigo per almeno un’ora e mezzo.
Tritate le mandorle con lo zucchero e la farina, poi unite i semi della bacca di vaniglia, il burro ammorbidito e circa 3/4 delle due uova che avrete leggermente sbattuto (il resto vi servirà per la finitura).
Togliete l’impasto dal frigo una decina di minuti prima di stenderlo (anche meno, se le temperature sono tropicali come in questi giorni). Stendetelo di nuovo tra due fogli di carta forno, dando colpi leggeri e veloci con il mattarello per evitare di riscaldarlo troppo. Formate un rettangolo regolare, tagliando via con un coltello i bordi. Spalmatevi sopra la crema di mandorle, lasciando un cm libero sui margini, che ripiegherete verso l’interno. Riponete di nuovo in frigo per mezz’ora.
Lavate le coste di rabarbaro, eliminate la parte verde e dividetele a metà (o in quarti). Disponetele sulla superficie della galette, molto ravvicinate tra loro. Spennellate la crust con l’uovo sbattuto e cospargete di zucchero tutta la superficie della galette.
Infornate nel forno già caldo e cuocete a 200° in modalità statico per circa 30 minuti.
Dopo la cottura, fate raffreddare per una mezz’ora e poi cospargete la superficie con il miele.
…
…
Note:
– potete preparare la base e la farcia anche il giorno prima e assemblare il tutto al momento della cottura;
– la quantità di miele è ovviamente soggettiva ma vi consiglio di non metterne troppo per non coprire completamente il sapore del rabarbaro…dopo tutta la fatica fatta per trovarlo sarebbe un vero peccato! 🙂
Sai, io non amo molto il rabarbaro ma così, come lo hai utilizzato tu, mi sentirei di assaggiare a cuor leggero e non escludo affatto che mi piacerebbe pure!
Guarda, il sapore è piuttosto aspro e pungente, da solo non lo mangerei! Ma in questo modo a me è piaciuto. E quella cremina di burro e mandorle è divina! 😀
Il sedicente “gambilone” rosso acceso per me resta ancora una cosa strana e di altri mondi!
Però devo dirti una cosa … si vede che eri in una sorta di stato di grazie … queste foto sono meravigliose <3
Ahahah, il gambilone!! Il mio ragazzo continua a chiamarlo cardamomo, invece…non ce la può fare a stare dietro alle manie da foodblogger! 😀
Grazie cara Martina…secondo me sono venute bene perché questa torta mi piaceva tanto!! 🙂 🙂 🙂
Eh, ma coltivare il rabarbaro non è mica semplice… Iniziamo dalle fragole, va’!
Ciao Alice, ora so che destino avrà il rabarbaro che ho in vaso e che ha resistito al caldo di queste settimane, le sue coste non diventeranno mai così rosse ma il sapore “aspro e pungente” c’è tutto… potrei “tingerle”? 😀 Ciao, evviva la serenità, uno stato che inseguo da sempre e che, quando ritrovo, mi fa sentire proprio come ti descrivi.
Un caro saluto, ti manderò le foto del risultato dei meravigliosi frutti del vostro orto… <3
Ciao Libera! Ma lo sai che ho scoperto che anche al mio babbo è cresciuto il rabarbaro?! Però non è rosa…per farlo venire di quel colore ci vogliono accorgimenti specifici durante la coltivazione…ci stiamo lavorando! 🙂
Ti mando un grande abbraccio…e ci auguro tanta serenità! 🙂
Appena riuscite nell’intento rendetemi edotta 😀 Una bella giornata a te/voi
eccolo questo rabarbaro!:-)
Finalmente!!!
Non ho ancora mai assaggiato e, quindi, sperimentato il rabarbaro. La tua proposta è – come al solito – mooolto invitante! 🙂
Io lo inseguo da un paio d’anni…e finalmente è quiii!! 🙂
In questa veste mi è piaciuto molto, anche se da solo è davvero molto aspro e pungente…
Un abbraccio!
Che bei colori….bello e penso buonissimo!! Fantastico. E se mentre sei in ferie ti va anche di giocare ti ho nominata per due tag, non so se hai già partecipato, https://cioccolatoeliquirizia.wordpress.com/2015/07/29/tag-cosa-ce-nella-mia-borsa-e-vacanze-da-sogno/
Ti ringrazio molto Welda. Passo subito a vedere! 🙂
Ho visto la tua galette e ho sorriso a vedere questo tanto ricercato rabarbaro, qui. Hai trovato un bel guscio in ui racchiuderlo, profumato dal miele e dalle mandorle. Arricchito della consapevolezza che non dovrai andare troppo lontano per trovarne altro. Arricchita dalla semplicità di quei gesti che nascono dopo che gli occhi si sono riempiti di cieli diversi. Tornare da un viaggio, in fondo, può essere piacevole. Sicuramente è piacevole per me immergermi in queste foto che sono davvero meravigliose 🙂
Grazie mille Paola! E’ vero, anche per me il ritorno, in genere è piacevole. E fecondo quanto il viaggio stesso!
Un abbraccio! 🙂
Che buono che è il rabarbaro io lo adoro proprio perché è asprigno. I miei nell’orto ce l’hanno per fortuna così qualche costa sono riuscita ad averla anch’io. Purtroppo qui a Milano non ne trovi e forse grazie alla sua rarità mi emoziona ogni volta io legga una ricetta con lui come protagonista. Grazie, grazie di cuore.
Un sapore molto particolare, che può ispirare tanti nuovi accostamenti…tutto da provare!
E come sempre, quando le cose sono rare, sembrano più preziose e affascinanti. 🙂
Grazie a te, buona domenica!
Direi che questa galette rappresenta benissimo lo stato d’animo di leggerezza ed incosciente beatitudine del post vacanza. Valeva proprio la pena accendere il forno, deve essere stata magnifica!
Eccomi, eccomi! Mica pensavi che non commentassi, vero? 😉 Il rabarbaro è finito in un dolce che rifarei subito, in ottima compagnia di miele e mandorle, dentro foto che mi piacciono con la luce calda casalinga e avvolto da parole che condivido, specialmente perchè tra qualche giorno finalmente stacco e parto anche io… e lo stato di leggerezza di cui parli voglio provarlo sulla pelle… e nella mente…
Grazie cara Francesca… E allora goditi appieno questi giorni di vacanza che ti aspettano…e goditi anche il ritorno, che come vedi è spesso fecondo quanto il viaggio stesso.
Un abbraccio!
ma è geniale come ricetta.
sono super tentata (e ingolosita)
http://www.nonsidicepiacere.it
Grazie…non ti resta che provarla! 🙂
[…] un centimetro o due sopra alla farcitura. Può essere dolce (io ne ho fatta una di more e una di rabarbaro) o, come in questo caso, […]