Credo che tutti conoscano i pretzel…oppure no? È un pane intrecciato, molto diffuso in area germanica, dalla caratteristica superficie lucida e marroncina, cosparsa di granellini di sale.In genere l’intreccio ricorda una specie di cuore, ma io ho visto questa ricetta sul blog Brown Buttered Blondie e ho voluto provare dei pretzel intrecciati in maniera diversa, ossia come dei veri e propri nodi.
Ormai sapete che ho una vera passione per le brioche intrecciate e ne ho sfornate di tanti tipi: quelle dolci alla cannella, quelle salate al pesto e anche le brioche farcite con burro di arachidi. Sono tutti nodi più o meno simili, in cui la pasta lievitata si intreccia con la farcitura e crea un motivo geometrico che ai miei occhi risulta ipnotico.
Ma torniamo ai pretzel intrecciati. La caratteristica di questo tipo di pane è il sistema di cottura che consiste nello sbollentare i panini in una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio per poi cuocerli in forno. In realtà, la ricetta originale prevede l’impiego di soda caustica invece di bicarbonato: se usata nella corretta quantità e con tutte le accortezze, non lascia tracce e conferisce un sapore inimitabile. A me però la sola idea di usare soda caustica per i pretzel intrecciati mi fa venire l’ansia e quindi ho optato per il più innocuo bicarbonato, come consigliato anche nella maggior parte delle ricette che ho consultato. E sono rimasta soddisfatta del risultato 🙂
A onore del vero, questo tipo di pane non ha un solo nome, tanto è vero che lo si trova spesso chiamato anche bretzel o brezel, ma a me pretzel ha sempre suonato meglio e così ho deciso di adottare questa dicitura. In area germanica, invece, si usa spesso il termine Laugengebäck per indicare del pane che subisce questo processo di doppia cottura e che ha la tipica superficie lucida e scura.
Tra l’altro, ho scoperto (facile, su Wikipedia), che la forma classica del pretzel sarebbe nata in nord Italia, nel VII secolo, nei monasteri, e avrebbe simboleggiato le braccia intrecciate nel gesto della preghiera. Pare che questi panini venissero dati in premio agli studenti più meritevoli e per questo fossero chiamati pretiola (ricompensa) o brachiola (braccia intrecciate, appunto). Solo più tardi i pretzel o bretzel sarebbero arrivati in Germania, dove la loro tradizione si sarebbe poi consolidata.
I pretzel classici sono in genere piuttosto croccanti fuori ma mediamente soffici all’interno. I miei pretzel intrecciati, come indicato anche nella ricetta originale, che li chiama soft pretzel knots (nodi soffici di pretzel) sono più morbidi e io li trovo perfetti anche per raccogliere il sughino di qualche piatto o fare la scarpetta. Una marcia in più gliela dà sicuramente il sale in fiocchi cosparso in superficie, e ho motivo di credere che sia stata proprio questa la ragione del grande successo che hanno avuto presso Dante 🙂
Ma bando alle ciance e andiamo ad impastare!