Il porridge di avena, quanto è british! E in quanto tale, ovviamente, mi piace molto. Il fatto che poi non lo prepari praticamente mai è un altro discorso, che si applica a una miriade di ricette che amo e che tuttavia finisco per lasciare indietro, in favore di tutte quelle nuove ancora da provare.
Per me il proddige di avena è indissolubilmente legato ad una vacanza in Scozia, ormai una decina di anni or sono e, in particolare, al soggiorno sull’isola di Skye, in cui fummo ospitati da una anziana e tosta signora che viveva in una grande casa avvolta da un fitto bosco. Nel giardino di casa aveva un pavone che se ne andava in giro maestoso e incurante del mondo come solo questi animali sanno fare, e per questo per il resto del viaggio ci riferimmo a lei come alla “Signora Pavone”.
La mattina dopo il nostro pernottamento, la Signora Pavone ci servì la colazione nella sua cucina rivestita di pannelli di legno, una cucina grande, calda e molto, molto confusionaria.
Su un piccolo tavolo accanto alla porta piccolo era sistemato un portatile acceso, semi sommerso da altre tremila cose, dal quale a momenti la nostra ospite si sarebbe connessa con uno dei figli che vivevano all’altro capo del mondo per la chiacchierata mattutina. Sul tavolo più grande, invece, erano assiepati tutti i prodotti di cui potevamo avere bisogno per la nostra colazione, mentre sul fuoco bolliva una pentola colma di porridge di avena. Non appena la Signora Pavone me la mostrò, non ebbi dubbi.
Sebbene sia una preparazione tipicamente inglese, di fatto il porridge di avena non si trova moltissimo in giro, per lo meno non nei B&B, dove in genere vengono proposte colazioni più continentali, in cui toast e marmellata (o prosciutto) vanno per la maggiore. Per questo fui felicissima di trovarlo tra le proposte per la colazione e soprattutto proprio in quella casa molto vera e vissuta, dove ero certa che venisse preparato in maniera tradizionale.
Tutto questo preambolo per celebrare un piatto in realtà semplicissimo e che – diciamo la verità – non sempre incontra i gusti moderni. Il porridge di avena, infatti, non è altro che una sorta di “pappa”, in cui il cereale viene fatto cuocere in acqua e latte fino ad ottenere un composto cremoso.
Questa è la composizione di base, che ha fornito il sostentamento a generazioni e generazioni di inglesi fino ad epoche molto recenti e che di per sè ha un sapore molto delicato e non particolarmente accattivante, anche se a me piace: lo trovo molto rassicurante e casalingo.
Oggi, però, il porridge di avena viene spesso proposto con una quantità di ingredienti aggiuntivi che lo rendono molto goloso, ma – se ben bilanciato – rimane un piatto anche molto salutare. L’importante è non eccedere con gli zuccheri, aggiungere una quantità moderata di grassi e anche un po’ di frutta fresca, per fare il pieno di vitamine e sali minerali. A completare il tutto, se volete una manciata di semini, che fanno sempre allegria e arricchiscono il gusto.
Per il mio porridge di avena ho scelto le mele Gala, rigorosamente Val Venosta, noci croccanti, miele di agrumi e una manciata di semi di papavero.
In realtà, oltre che per una sostanziosa colazione, il porridge di avena può essere anche un perfetto sostituto del pasto: le proteine del latte, i carboidrati dell’avena, i grassi delle noci e per finire la frutta fresca. Saziante, di facile digeribilità, sano e senza cotture prolungate. Quasi quasi il prossimo pranzo al lavoro me lo faccio così!
Prima di lasciarvi alla ricetta, se siete interessati a sapere qualcosa di più della cucina scozzese vi linko questo articolo e questo, che scrissi non appena rientrata da quel bellissimo viaggio.
Mio marito ama il porridge… da anglofilo quale è da sempre. Io insomma… ma le tue foto fan sempre venir voglia di assaggiare
Grazie Viviana! Un abbraccio!
Sono molto curiosa di provare questa versione con acqua e latte, perché per qualche motivo l’ho sempre preparato solo con il latte (e lo trovo un po’ troppo denso, quindi questa opzione mi incuriosisce). Mi piace molto anche l’accostamento mele e noci. Proverò! 🙂
Grazie Alice, mi fa piacere…spero che ti piacerà!