È sempre bello tornare nella casa in cui si è stati figli. In qualsiasi stagione, ad ogni ora, le ragnatele di luce ti ricordano chi sei, brandelli di profumi svelano chi sei stato. Tutto è sicuro, qui. Non c’è problema senza soluzione, ogni tessera trova il suo posto.
Si è figli per sempre, ma mai come nella casa che ci ha visto nascere. Tutta la vita è qui, anche quella vissuta in angoli di mondo lontano, anche quella rinnegata, che si vorrebbe dimenticare. Le stanze risuonano più vuote di un tempo, la polvere si deposita sui muri, i tarli scavano le loro vie invisibili. Ma rimane la protezione del consueto, che ci avvolge morbida come una coperta di ali di farfalla.
Una ricetta che ho fatto altre volte, ma non in questa forma né con questo ripieno. Si chiamano hand pie perché si tengono in una mano, quasi una crostata take away, o uno street food, anche se a me piace mangiarmeli seduta, in santa pace. Il guscio è una friabilissima e burrosa brisè, quasi priva di zucchero, il ripieno invece è costituito da ribes aciduli e di un colore di cui è impossibile non innamorarsi. Potete usare more, mirtilli, fragole, mele, oppure anche della confettura, senza esagerare con le dosi altrimenti in forno succede un macello. Ma che un po’ di succo fuoriesca è normale, anzi, è la caratteristica di questi fagottini, quello che li rende così magnetici e invitanti allo sguardo.
In una ciotola, mescolate la farina con il sale e lo zucchero. Unite il burro freddo a cubetti e lavoratelo con le mani, sbriciolandolo e “rivestendolo” di farina fino ad avere un impasto slegato e bricioloso.
Unite i cucchiai di acqua freddissima e impastate quanto basta per far stare l’impasto in sè. Compattatelo velocemente, appiattitelo, avvolgete nella pellicola e mettetelo in frigo per 1 h e 30′ almeno.
Potete fare l’impasto anche con l’impastatrice, usando l’attacco a foglia e mettendo l’acqua solo alla fine: sarà molto più veloce.
Staccate delicatamente i ribes dal loro stelo, lavateli e asciugateli. Fateli cuocere per 3-4 minuti a fuoco basso con lo zucchero e la maizena, mescolando bene, poi spegnete e fate raffreddare.
Riprendete la pasta dal frigo e iniziate a stenderla con un mattarello su un piano leggermente infarinato o su un foglio di carta da forno. Date piccoli colpetti con il mattarello, cercando di schiacciare la pasta piuttosto che spingerla. La sostanza è che non dovete riscaldarla troppo o il burro si scioglierà e dopo la cottura non sarà più friabile. Stendetela allo spessore di 3 mm circa, non di più.
Ricavate un rettangolo dal quale ritaglierete 10 o 12 rettangoli di circa 12 x 7 cm. Disponete un cucchiaino abbondante di ribes sulla metà dei rettangoli, restando ben lontani dai bordi. Praticate un taglio a croce nei rettangoli rimasti, poi sovrapponetene uno ad ogni rettangolo con i ribes e sigillate i bordi premendovi i rebbi di una forchetta. I tagli servono per far fuoriuscire l’umidità in cottura, potete anche farli con delle formine, basta che ci sia un’apertura nel rettangolo superiore.
Mettete in frigo per 15 minuti.
Sbattete leggermente l’uovo e spennellatevi la superficie dei fagottini, poi cuocete 180°C per circa 25 minuti, fino a quando la superficie non è bella dorata.
Come la coperta delle ali di una farfalla è la metafora più poetica sui genitori e figli che io abbia mai sentito! Talmente commovente e sentita che spinge in secondo piano queste pies deliziose è invece tanti…
Sono splendidi e accoglienti come le tue parole. Io mi accomodo con piacere da te lo sai :-*
Le foto sono splendide. Adoro l’effetto legono rovinato e le sedie in paglia: tutte cose di cui sono sprovvista AHAHAH
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Sono bellissimi e sanno tanto tanto di casa di profumi rassicuranti, di merende allegre! Da mangiare con gli occhi ancor prima che con la bocca.
Grazie cara Viv! E’ proprio la sensazione che danno a me…sono felice che sia riuscita ad arrivare fin lassù 🙂
Come la coperta delle ali di una farfalla è la metafora più poetica sui genitori e figli che io abbia mai sentito! Talmente commovente e sentita che spinge in secondo piano queste pies deliziose è invece tanti…
Grazie Marina! Non sai come mi fai felice…
Sono splendidi e accoglienti come le tue parole. Io mi accomodo con piacere da te lo sai :-*
Le foto sono splendide. Adoro l’effetto legono rovinato e le sedie in paglia: tutte cose di cui sono sprovvista AHAHAH
Me li sono procurati negli anni…li conservo sotto al letto 😀