Pochi giorni fa sono stata a Bologna. La conoscevo, ci ho anche vissuto qualche mese. Ma non la ricordavo così. Sarà stata la compagnia, sarà stato che avevo bisogno di una pausa, ma ne sono rimasta incantata. Una bellezza quieta, un po’ sciupata, senza smalto.
Una bellezza mai sbandierata, ma che esiste ad ogni passo.
Le vie laterali, i portici consunti, palazzi dai muri rosso mattone, gli edifici che lasciano spazio al cielo. Le botteghe storiche che ancora resistono, con le loro belle insegne e le vetrine ferme nel tempo. Le piazze che si aprono all’improvviso, mai troppo grandi, ognuna con la sua personalità. E l’aria delle colline, che si sente fino in Piazza Maggiore.
Le persone di una cortesia commovente, che lascia sorpresi, tanto non ne siamo più abituati. E la gente in giro. Gente vera, bella, fiduciosa. Niente orde di turisti in mezzo alle quali vagano pochi cittadini incarogniti, come ormai succede a Firenze. Era come se tutti fossero cittadini, lì, proprietari e custodi della città, felici di viverla con disinvoltura e senso di appartenenza.
Camminare sotto i portici, leggere nomi di vie note e sentire risuonare in testa le canzoni di Guccini era tutt’uno. E la curiosità dell’adolescenza, la fame di scoperta e di vita mi è tornata alla mente. E poi la salita al santuario di San Luca, lungo i suoi 4 km di portici, in una domenica tersa e quieta e il pensiero di quel Jack Frusciante è uscito dal gruppo, ormai vecchio anche lui.
Bologna è stato un viaggio dentro di me, una finestra dalla quale ho visto quel che ho abbandonato, e che invece rivorrei indietro.
Una ricetta che è un classico dell’estate, che fanno tutte le mamme e che finora avevo sempre mancato. I pomodori ripieni di riso sono semplicissimi eppure magicamente gustosi e saporiti. Io li ho riempiti con un riso condito con seppie e e zafferano e portato a cottura con l’acqua di pomodoro.
In genere per questo tipo di preparazione si usano i pomodori tondi lisci, ma nell’orto non li abbiamo e allora li ho sostituiti con i pomodori cuore di bue e mi sembra che la preparazione non ne abbia risentito affatto.
Sono buoni anche freddi e vi consiglio di farne un po’ di più, visto che ci siete…potrebbero risolvervi il pranzo dei giorni a venire.
Ciao, molto bella e ‘sentita’ la tua descrizione di Bologna, città che conosco pochissimo, mi hai incuriosito! Perfetti per l’estate questi pomodori ripieni, io in genere li faccio con un riso semplice, l’idea di utilizzare per il ripieno riso con le seppie per me è nuovissima. grazie!
Ciao Antonella, ti ringrazio per le tue parole, mi fa sempre piacere suscitare qualche emozione in chi legge 🙂 I pomodori così era la prima volta che li facevo, anche io ho sempre usato solo il riso semplice…ma devo dire che vengono molto più saporiti!
Grazie ancora e buona domenica!
Alice
Jack Frusciante… Ohiohi. Che flash. E la cittadina incarognita… Pure! Mobilità su Bologna!?
Bellissima la foto dei pomodori , non c’è sfondo acrilico che regga il confronto .
Ahahah, chissà…ci pensiamo eh 😉
Non so se è la cucina lombarda che li snobba o la mia mamma in particolare, ma non li ho mai mangiati né da piccola né da grande. Eppure hanno un’aria così invitante… li proverò!
Ma sai che pubblicandoli ho scoperto che al nord sono praticamente sconosciuti mentre sono diffusissimi a Roma! E pensare che io credevo fossero un piatto trasversale… Però anche in Toscana sono un must eh… provali, dai 🙂
Ma sai che é da tanto che dico che voglio tornarci?!
Bella gustosa e ricca la tua proposta. Un abbraccio Alice!
Era tanto che non ci andavo, e adesso mi manca già…
Io ci vivo.. e la amo. Amo il suo mattone rosso, i palazzi scrostati, la quiete… ahhh la quiete delle notti estive, o l’ovatta e la nebbia di quelle invernali, che senti suonare i passi altrui sotto i portici. per me è sempre una scoperta, (ci vivo da soli 33 anni 😉 ) sempre viva, con il respiro affaticato dall’afa, accogliente.
“Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano ed il culo sui colli”
Io le strade di Jack frusciante me le sono rifatte tutte mille volte, quelle di Stendhal, di Dalla e di Guccini ma sono sempre morbide nei miei pensieri, come quando penso alle estati di quando ero bimba. ecco, la mia città mi fa sempre questo effetto, come ricordarsi dei momenti belli di quando si era bimbi.
E stasera faccio i pomodori 😉
Che parole meravigliose che hai scritto, Rebecca. Sicuramente hai descritto Bologna con maggior precisione e passione di me, che ci sono stata solo per poco tempo. Mi hai fatto venire voglia di tornarci ancora, e ancora. Me le rileggo e sogno attraverso i tuoi occhi e miei ricordi. Grazie! 🙂