Come ho detto tante volte, sono sempre l’ultima a cedere alle mode alimentari, vuoi per sospetto, per pigrizia o per naturale avversione verso tutto ciò che fa tendenza. Dopo anni che se ne sente parlare, solo adesso ho provato lo zucchero di cocco. E per arrivare all’olio di cocco suppongo mi serviranno altri dieci anni.
La prima considerazione da fare – e che è quella che mi interessa di più – è sul sapore. A differenza dello zucchero bianco, e in maniera simile a quello di canna scuro (il muscobado), lo zucchero di cocco ha un sapore molto caratterizzato, che ricorda il caramello, con note tostate e quasi di liquirizia, ma nulla che ricordi il cocco fresco. A me piace moltissimo, ma è un fattore che influenza in parte il sapore dei dolci nei quali lo impiegate, quindi tenetene conto.
Ci sono poi tutte le questioni di carattere nutrizionale e salutare, che vorrei sintetizzare solo in minima parte. Ma prima di farlo, riporto un’affermazione di Dario Bressanini in merito:
“In questo campo ci sono poche cose veramente chiare, definitive e inequivocabili non passibili di essere contraddette tra pochi anni, perché gli studi rigorosi in questo campo sono molto difficili da effettuare, e molto spesso sui giornali vengono riportate solo delle semplici correlazioni, che sono solo il punto di partenza di un’indagine, non quello di arrivo.
[…] i consigli che a volte leggete sulle riviste o sul web (“il fruttosio è il male, consuma glucosio” oppure “il glucosio è il diavolo, usa il fruttosio”) dipendono alla scuola di pensiero a cui appartiene il vostro interlocutore, oppure da cosa vi vuole vendere.”
Le informazioni che si trovano, infatti, sono spesso contrastanti, eppure tutte enunciate in maniera dogmatica, come se fossero la cosa più sicura del mondo. Di certo c’è che lo zucchero di cocco contiene molti più nutrienti dello zucchero bianco, ma di sicuro non avranno un impatto significativo nella nostra dieta, visto che si tratta di un alimento che dovremmo consumare in piccole quantità, come avviene per tutti gli zuccheri. Inoltre questi nutrienti si perdono in parte nel processo di cottura cui viene sottoposto lo zucchero durante le fasi produttive, e ancora di più se lo si usa in preparazioni cotte.
Lo zucchero di cocco, inoltre, ha in Indice Glicemico più basso dello zucchero bianco (circa 35% contro il 60%), il che significa che viene assorbito più lentamente dall’organismo e non provoca il famoso “picco glicemico”, responsabile degli attacchi di fame che ci assalgono dopo tempo dall’assunzione di zuccheri.
Non mi soffermerò su altri dati, ma se siete interessati approfondire la questione vi lascio qualche link nelle note.
La mia opinione è la solita: è bene avere un’alimentazione più varia possibile, che si parli di zuccheri, grassi, proteine o amidi. Ci sono ricette che vengono meglio con il burro, altre con l’olio, altre ancora che richiedono lo strutto. Non ci sono alimenti da demonizzare né tanto meno da elevare al rango di medicinali. Poco e di tutto, per me, è la regola d’oro.
Detto questo, secondo me lo zucchero di cocco in questa ricetta ci sta benissimo. La arricchisce di sfumature caramellate che ben si accordano con la farina di orzo e con le mele. La ricetta viene dalla rivista Jamie Oliver Germania, vista in una delle ultime puntate di Passiamole in rivista e subito adottata. Io l’ho trovato al supermercato, accanto allo zucchero di canna, ma si trova sicuramente anche nei negozi bio tipo NaturaSì.
Come al mio solito, ho apportato un po’ di modifiche, sennò che gusto c’è? Ho tolto l’uvetta e la cannella, mescolato nocciole e noci, sostituito la farina di segale con quella di orzo, ridotto il burro e aumentato la salsa di mele. Il risultato mi è piaciuto moltissimo.
Ovviamente potete usare la farina che preferite e uno zucchero normale al posto di quello di cocco. Il dolce sarà meno aromatico, ma ugualmente buono.
Porzioni: 6/8 Tempo di preparazione: 20 minuti Tempo di cottura: 50 minuti circa
Ingredienti
130 g di farina di orzo integrale + un po’
150 g di salsa di mele (vedi note)
90 g di burro morbido
60 g di zucchero di cocco
2 uova
2 mele
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato
per lo streusel (copertura)
40 g di nocciole e noci tostate
25 g di farina di orzo integrale
20 g di burro freddo a dadini
1/2 cucchiaio di zucchero di cocco
Iniziate dallo streusel. Tritatele nocciole al mixer, mettetele in una ciotola e mescolatele con la farina e lo zucchero. Unite il burro a dadini e sfregate il composto tra le dita, fino ad ottenere un composto bricioloso. Coprite con pellicola a contatto e riponete in frigorifero.
Setacciate insieme la farina, il lievito e il bicarbonato. Se nel setaccio rimangono le impurità più grandi della farina (essendo integrale può succedere) unitele al resto dopo averla setacciata.
Lavorate il burro morbido con lo zucchero di cocco e la salsa di mele. Unite 1/3 della farina e amalgamate, poi unite l’uovo e lavorate finché non è stato assorbito. Proseguite con 1/3 della farina, l’altro uovo e finite con la farina.
Sbucciate le mele e tagliatele a dadini (per me di almeno 2 cm, perché mi piace che rimangano pezzi interi). Mentre lo fate, mettetele in una terrina e bagnatele con il succo di limone per evitare che si anneriscano. Infarinatele leggermente con un cucchiaio di farina di orzo, mescolandole delicatamente, poi unitele al composto di farina e uova.
Versate il composto in uno stampo da plumcake della capacità di un litro, rivestito di carta forno.
Riprendete lo streusel dal frigo e distribuitelo sulla superficie del dolce.
Infornate a 180°C e cuocete per 20 minuti, poi abbassate la temperatura e proseguite la cottura per altri 30 minuti circa. Se la superficie si scurisce troppo, dopo 20 minuti copritela con un foglio di alluminio appena appoggiato sopra, togliendolo poi negli ultimi 10 minuti.
Per verificare la cottura fate la prova stecchino.
Note:
Anche io sono molto refrattaria alle novità, ne ho viste passare parecchie, la fava tonka, il thè macha, l’olio di cocco, lo sciroppo di datteri etc etc. Odio le cose modaiole, anzi se vedo che tutti fanno/hanno una cosa la mia voglia di provarla cala sotto le scarpe. Però mi piace lo zucchero grezzo, come il muscovado e se ho capito bene lo zucchero di cocco lo dovrebbe ricordare. E questo mi intriga. Il cake ha un aspetto meraviglioso, come poi tutto quello che sforni
Elena, mi sembra di capire che siamo molto simili! 🙂 Però alla fine, passata la moda, rimane la curiosità di provare, e a volte non si rimane delusi. Anche a me piace moltissimo il muscovado e proprio per questo ho apprezzato anche lo zucchero di cocco. Dagli una possibilità 😉
Ti ringrazio di cuore di essere passata, a presto!
Qualche tempo fa mi sono informata anche io sullo zucchero di cocco, più che altro per pura curiosità! Però sono pienamente d’accordo con ciò che hai detto, meglio una dieta varia che non escluda nulla, è tuttalpiù integri anche questi nuovi alimento, che appartengono meno alla tradizione delle nostre tavole. Per quanto riguarda l’olio di cocco io non sono per nulla tentata nel suo utilizzo in cucina, invece in cosmetica è ottimo. Però parere personale. Questo vale è favoloso, lo streusel poi è una chicca!! Complimenti e a presto
Grazie Silvia! A presto 🙂
Io non amo molto il caramello e neppure i dolci al cocco, e per la verità neppure la liquirizia. Non mi ero mai soffermata sul fatto che le tre cose potessero essere in qualche modo collegate… come sempre ho imparato qualcosa e anche se questo dolce mi ingolosisce meno di altri posso dirti in tutta sincerità che credo sia l’unico tra quelli che hai proposto sino ad ora. Del resto sarei un mostro goloso se mi piacessero tutti i dolci senza nessuna preferenza Qui in casa ci sarebbe chi lo apprezzerebbe a dovere anche per il discorso glicemico
Comunque non sa affatto di cocco! Il tuo commento mi ha fatto pensare che non l’avevo specificato e il fraintendimento può sorgere. In realtà è molto più simile ad uno zucchero di canna bruno. Secondo me una possibilità gliela puoi dare…penso che non ti dispiacerebbe 🙂
Non ho mai sentito parlare di zucchero di cocco, ma che particolare, considerando che poi amo il cocco, e chissà quando riuscirò a trovarlo visto che dove vivo è molto difficile trovare prodotti “chicca”. Una torta di mele molto rustica che mi garba molto, una coccola perfetta con una tazza di tè, scalda il cuore, come solo un dolce di mele sa fare, e ingolosisce il palato. Buona giornata
Ciao Laura, a dire il vero io l’ho comprato semplicemente al supermercato, ormai è abbastanza diffuso ovunque, c’è sia della Eridania che della Sarchio. Però lo trovi sicuramente anche nei negozi bio tipo NaturaSì…oppure on line 🙂 Quello che non ho specificato è che il sapore non sa affatto di cocco! Anche io sono rimasta sorpresa 🙂
Grazie per essere passata, buona giornata a te!
poco di tutto: sante parole! condivido assolutamente la tua filosofia. e sono sicura che questo dolce mi conquisterebbe al primo morso, adoro le mele e le nocciole nelle torte e lo streusel mi ingolosisce da matti, devo decidermi a provarlo!
complimenti cara! un abbraccio 🙂
Grazie Tizi 😀 Spero proprio che lo vorrai provare, a me è piaciuto un sacco! 🙂
Credo che Anna Luisa non l’abbia mai adoperato, però mi incuriosisce per il sapore. Sicuramente da provare. Torta molto interessante.
Grazie Fabio! Vedrai che Annalù lo conosce di sicuro ma lo trovo più adatto per torte rustiche come questa…non per le meraviglie che fa lei! 🙂
Lo zucchero di cocco mi manca mentre l’olio di cocco ce l’ho 😉
Capisco benissimo la refrettarietà alle mode come ben sai. E come dico sempre io ognuno ha i suoi tempi, bisogna sentirsi di fare una cosa il ché include anche sperimentare un ingrediente.
E a me questo cake piace molto. Mi incuriosiscono le note tostate e di liquirizia.
Ciao Alice!
E ora questo olio di cocco mi incuriosisce ancora di più…prima o poi lo proverò 😉