Mi piacerebbe che ci fossero più persone che seguono la filosofia del vivi e lascia vivere.
Abbiamo la fortuna di poter scegliere cosa fare delle nostre vite, di autodeterminarci, con l’unico limite del rispetto delle leggi e delle altre persone. Eppure pare che alcuni lo considerino un diritto esclusivo, che non riguarda gli altri.
Quante persone ci sono che vogliono disporre della vita a proprio piacimento – a volte anche invadendo i diritti del prossimo – e che però sono subito pronte ad additare, criticare, ostacolare le aspirazioni altrui? Perché non possono essere paghe delle loro scelte, dei percorsi che hanno intrapreso, e lasciare che gli altri possano godere della stessa libertà?
Perché siamo sempre pronti a guardare il nostro vicino e sollevare problemi e questioni, anche per cose che in realtà non ci ci interessano, che non ledono i nostri diritti, che sono semplicemente scelte personali che non danneggiano nessuno?
Lo so che la risposta non esiste, o meglio, è insita nella natura umana. Ma il solo sollevare il problema, rifletterci insieme a voi, mi fa stare un po’ meglio.
Anche se non cambia le cose.
Il pane rimane l’alimento più semplice, più ancestrale, più naturale che ci sia. Intorno ad esso ruotano un’infinità di significati culturali e antropologici: la mitologia del lievito che fa crescere e trasforma; delle farine, distillato delle proprietà dei cereali; dell’acqua fresca che – almeno così dicono – fa la differenza nella panificazione.
Un intero mondo ruota a questo semplice alimento, e ogni volta che lo faccio in casa (di rado, per la verità) mi sembra che si verifichi un piccolo miracolo.
Non sono esperta di panificazione, quindi non me ne vogliano i più esperti se ho usato troppo lievito rispetto a quanto si potrebbe o se il procedimento è piuttosto rudimentale.
Ho cercato di trovare un punto di incontro tra la voglia di provare e le mie scarse conoscenze, e tutto sommato mi sembra che il risultato sia passabile. Vi lascio la ricetta, in caso voleste provare a farlo.
Tempo di preparazione: 20′ + 2 h e 30′ di lievitazione Tempo di cottura: 30′
Ingredienti
150 g di farina Manitoba
100 g di farina di farro
50 g di farina di farro spelta
210 g di acqua
50 g di semi misti (zucca, girasole, lino)
5 g di lievito di birra secco
1/2 cucchiaino di malto d’orzo
sale
semola di grano duro per spolverare
Miscelate le farine, il lievito e il malto d’orzo. Unite l’acqua a poco a poco, iniziando ad impastare con una forchetta. Unite i semi e il sale alla fine e proseguite ad impastare sulla spianatoia, per 15-20 minuti, fino a che l’impasto non sarà liscio e incordato. Potete anche usare l’impastatrice, impastando prima con l’attacco a foglia per 2-3′ e poi con quello a gancio.
Ungete con olio una ciotola capiente, mettetevi l’impasto e copritelo con un canovaccio pulito. Fate lievitare per 2 h nel forno spento e appena tiepido.
Riprendete l’impasto e sgonfiatelo schiacciandolo delicatamente con le mani sulla spianatoia fino a formare un rettangolo. Dividetelo idealmente in tre parti, portate quella di destra verso il centro e poi sovrapponetegli quella di sinistra. Ruotate di 90° e ripetete l’operazione. Modellatelo delicatamente dandogli la forma di un filoncino, sigillate la chiusura e mettetela nella parte inferiore, poi disponetelo su una placca ricoperta di carta forno.
Ecco un brevissimo video che vi chiarirà meglio questa operazione.
Cospargete la superficie del filoncino con un po’ di semola, copritelo con un canovaccio e fate riposare 30′ in un luogo tiepido (io ho messo vicino delle bottiglie d’acqua calda). Nel frattempo portate il forno a 200°C.
Trascorso questo tempo, praticate un taglio longitudinale piuttosto profondo (e, possibilmente, con una inclinazione di circa 45°) sulla superficie dei filoni con un coltello affilato o una lametta.
Cuocete in modalità ventilato per circa 30 minuti. Dopo i primi 18-20 minuti togliete la placca e appoggiate il pane direttamente sulla griglia in modo che si asciughi anche sotto.
Che meraviglia questo pane… cosi rustico e profumato… da mangiare ancora tiepido! Buonissimo. A presto LA
Grazie Layla! In casa si è diffuso un profumo così buono, semplice e rassicurante…ogni volta che lo provo mi dico che dovrei fare il pane più spesso 🙂
Eh già, credo che in molti casi l’invidia giochi a molti livelli un ruolo importante.
Ho provato anche io a fare il pane, senza nessuna velleità, solo per la soddisfazione di sapere di averlo fatto io. Era un pane integrale con le noci, forse un pochino duro rispetto a come doveva venire ma era buonissimo. Buona giornata!
Sì, quello di noi “non esperte” certo non sarà super lievitato, ma ha comunque un sapore e un profumo inimmaginabili rispetto ad uno acquistato. E questo mi basta 🙂
Già la natura umana tanto affascinante quanto perversa. O forse affascinante anche perché perversa. Tante cose non si spiegano come i profili che hai appena descritto che sono (se non sono loro, cmq la tipologia umana esiste) rosi dall’invidia, sempre arrabbiati, vedono l’insidia ad ogni angolo. E finisci per vivere una vita apparente e dolorosa. So che ci sono che è parte dell’imperfezione umana, che siamo tutti diversi ma faccio fatica anch’io alle volte ad imboccare la strada del “sono fatti così”. E allora riparto in tromba con Max :”come si fa? ma che vita è? ma lascia perdere e lascia vivere” e alla fine dopo essermi sfogata ritorno alla conclusione: vivono così e non avvertono – forse – nemmono il desiderio di cambiare o accettare un punto di vista diverso. Oh Alice che romanzo ho scritto. Questo pane profuma di buono. Un abbraccio!
Sono contenta che tu abbia scritto tanto perché è sempre utile conoscere il tuo punto di vista, soprattutto su questioni…umane 🙂
Anche io mi dico che non dovrei più meravigliarmi, che dovrei lasciar correre ma a volte proprio non ce la faccio, mi sembra così assurdo! Eppure ce ne sono tante di persone così, e magari non se ne rendono nemmeno conto…che pazienza che ci vuole!! :_D
Ti mando un abbraccio e un po’ di profumo di pane 😉
Questo pane alice é meraviglioso. Farlo in casa é sempre una gioia e piace molto anche a me. Alice non ricordo più quando uscirà il tuo libro. Mi piacerebbe comprarlo! Un saluto caro e grazie x questo splendido pane. É così bello che posso sentirne l’aroma da qui!!! Buca lo schermo!
Ciao Milena, ti ringrazio di cuore! Il libro uscirà a marzo (e uno ad aprile) quindi ancora c’è tempo 😉 Magari te lo ricordo quando ci avviciniamo, se ti va di comprarlo non posso che esserne felice! Grazie ancora e un grande abbraccio 🙂
[…] 4 fette di pane ai cereali, 120 g di brie di pecora, 2-3 cucchiai di sciroppo di fichi (o miele, o sciroppo d’acero), 3 […]