7 Dicembre 2016

Kipferl austriaci

Kipferl-biscotti-austriaci-natalizi

Qualche anno fa, la banda dell’MTChallenge (quando io non ne facevo ancora parte) lanciò un tormentone natalizio che suonava così: #bastabiscotti.
Lo fecero per reazione alla più trita tradizione natalizia, per lanciare un libro che parlava di tutt’altro, per distinguersi dalla banalità di chi si apriva il blogghino e lo sostentava a suon di biscottini tutti cuoricini e stucchevolezze varie.
Perciò io mi sento sempre un po’ banale e fuori moda nel pubblicare biscotti, così ricorrenti su queste pagine. Ma abbiate pazienza, sono la mia passione e non ci posso rinunciare per niente al mondo! Ne ho a centinaia ancora da sperimentare, in paziente attesa del loro turno, scritti in una lista che continua ad allungarsi.
Quindi, rassegnatevi: continuo a sfornare biscotti di ogni tipo, sempre nuovi e diversi, spaziando per l’Europa e l’Italia, il medioevo e la contemporaneità, e ancora di più ora che Natale si avvicina.
E chi si annoia cambi pure canale, c’è tanto da esplorare sul web!

Kipferl-biscotti-austriaci-natalizi

I biscotti di oggi si chiamano Kipferl, vengono dall’Austria e sono considerati i progenitori nientepopodimeno che dei croissant. La leggenda racconta che nel 1683 Vienna era assediata dagli Ottomani, in procinto di scavare dei tunnel sotto alle mura, riempirli di polvere da sparo e far saltare in aria le difese della città. Ma i fornai viennesi, gli unici svegli durante la notte, sentirono il rumore degli scavi, dettero l’allarme e salvarono la popolazione. Per festeggiare l’impresa, avrebbero quindi creato dei biscottini di pasta frolla a forma di mezzaluna, prendendosi la rivincita su quei Turchi che la mezzaluna l’avevano stampata sulle bandiere.

La storia è avvincente ma, come spesso accade, probabilmente è un’invenzione a posteriori. Già nel XII secolo, infatti, fonti della Germania meridionale citano i Gipfel (o Hörnchen, cornetti) e sembra che nel 1227 i fornai viennesi abbiano preparato Chipfen per l’arciduca Ferdinando, e a quei tempi la mezzaluna turca non doveva entrarci proprio nulla.

È invece interessante notare che, da Vienna, i Kipferl furono portati in Francia da un imprenditore espatriato, August Zang, che fondò una boulangerie a Parigi. I pasticceri francesi avrebbe imitato l’originale forma dei dolcetti di frolla, usando però della pasta lievitata: da qui il nome croissant, ossia crescente, che indica sia la lievitazione della pasta che la forma a mezzaluna, un crescente, per l’appunto.

Ma ho già parlato troppo, lascio la parola ai Kipferl, che si fanno in pochi minuti e sciolgono in bocca.
E le parole ve le toglieranno, garantito.

Kipferl-biscotti-austriaci-natalizi
Kipferl-biscotti-austriaci-natalizi

Kipferl austriaci

Prep Time 15 minutes
Cook Time 12 minutes
Riposo 2 hours
Total Time 2 hours 27 minutes
Servings 28 biscotti (circa)

Ingredients
  

  • 140 g di farina 00
  • 30 g di farina di mandorle
  • 30 g di farina di nocciole
  • 120 g di burro
  • 35 g di zucchero
  • un pizzico di sale
  • semi di mezza bacca di vaniglia
  • zucchero a velo

Instructions
 

  • Lavorate il burro freddo a dadini con le farine, lo zucchero, il sale e i semi di vaniglia sfregandoli tra le dita rapidamente, senza riscaldare troppo il composto, ottenendo un impasto bricioloso. Avvolgete nella pellicola e mettete in frigo per almeno un paio d’ore.
  • Riprendete l’impasto e formate dei piccoli cordoncini lunghi 6-8 cm che poi piegherete a mezzaluna.
  • Infornate a 160°C nel forno ventilato per 12-15′.
  • Sfornate, fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo prima di servire.

Notes

la ricetta tradizionale prevede solo farina di mandorle, io ne ho aggiunta metà di nocciole.
Kipferl-biscotti-austriaci-natalizi

Fonti:

22 risposte a “Kipferl austriaci”

  1. Stravagaria ha detto:

    Io adoro i blog di dolci e biscottini. Anche se non ho mai tentato il mio desiderio segreto è saper fare i biscotti. Quindi #vaicolbiscotto!

  2. Valentina ha detto:

    sono anche io nel trip dei biscotti di Natale, mi piace farli, sentire il loro profumo che si spande per la casa, mangiarli e regalarli 😀
    ho fatto anche io i kipferl qualche giorno fa: che buoni!

  3. Silvia ha detto:

    Viviana sarebbe capace di farli tutti uguali senza usare le formine!
    Buonissimi, posso confermare!

  4. Fabio ha detto:

    Sembrano deliziosi in effetti! Ma quante storie interessanti dietro quella che può sembrare una semplice ricetta 🙂

  5. Marina ha detto:

    Io ci sono cresciuta a questi biscotti !! Per un lungo periodo una delle mie zie li faceva sempre prima della mia partenza per Roma e sbarcavo a Fiumicino armata di vanilin kiflice che sarebbe il loro nome in serbo. Sono fra i pochi biscotti dove da noi le mandorle non vengono sostituite dalle noci, più accessibili e meno costose. Mi sa che mi ci metto anch’io a biscottar’…ho visto certe scatole di latta che mi viene voglia di comprarle tutte !! Belli ovviamente tono su tono, anche il golfino color nocciola…

    • panelibrienuvole ha detto:

      Scatole di latta…un’altra passione in comune! Ma a pensarci bene non poteva essere diversamente 🙂
      E la prossima volta voglio provare anche io ad usare solo mandorle. Grazie mille Marina!

  6. Ma sai che proprio stamattina dicevo “ho proprio voglia di rifare i kipferl!” e guarda tu cosa pubblichi!

  7. e’ sempre talmente bello e interessante leggerti che le tue parole non sono mai troppe! e i tuoi biscotti non sono mai abbastanza! 😛

  8. io ha detto:

    Nei tuoi viaggi storici hai dimenticato Trieste che ha fatto parte dell’Impero Austro Ungarico: qui li chiamiamo curambiè/curabiè e si adopera solo farina di mandorle. Scusa l’intrusione.

  9. Patty ha detto:

    Li ho fatti per anni a Natale, con la ricetta che prevedeva solo mandorle. Li facevo per regalarli, insieme ad altri 10 tipi di biscotti, chili e chili che finivano in pacchetti deliziosi e pieni di nastri. L’unico problema è che questi finivo col tenermeli. Quando andavo a metterli nei pacchetti, ne toglievo sempre uno o due…perché mi dispiaceva non mangiarmeli. Tu mi dirai: potevi rifarteli tutti per te! Ed io ti rispondo: no, perché i biscotti li ho sempre e solo fatti per regalarli, per paura di farmici del male da sola.
    Con questi non c’è mai stata storia: la parte più egoista di me ha sempre vinto la battaglia.
    Sono meravigliosi nel gusto e belli nella loro forma così semplice. E mi piace tanto la tua idea di aggiungere farina di nocciole al composto.
    PS. Fare i biscotti è meglio di una seduta di analisi!
    Baci grandi.

    • panelibrienuvole ha detto:

      Ahahah!!! Ti immagino che fai sacchettini e al momento di chiuderli rubi qualche biscotto 😀
      Ma ti capisco perché anche io li faccio spesso per regalarmi e poi mi pento di averne dati via troppi…lacrime di coccodrillo, le mie!
      E comunque è vero, i biscotti sono terapeutici. Farli, parlarne…e mangiarli! 😀
      Baci grandi anche a te!

  10. Silvia ha detto:

    Sinceramente io non ci trovo nulla di banale, anzi mi piacciono molto i tuoi biscotti e i biscotti in generale. Non credo nelle ricette fatte per essere necessariamente alla moda, un blog racconta, condivide, indipendentemente dalla complessità o meno delle cose. Io assaggio volentieri!

  11. Mile ha detto:

    Evviva i biscotti!
    😀

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