24 Ottobre 2016

Fagottini di cavolo nero con sgombro e ceci

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Ci incontrammo sotto casa mia, entrambi un po’ imbarazzati, e iniziammo a camminare.
Le parole vennero da sé. Non c’era bisogno di fare domande, dovevo solo ascoltare. Parole piane e lisce, senza drammatizzazioni, che si mescolavano alla regolarità dei passi.
Camminavo, ascoltavo e sentivo il suo sconcerto e la sua rassegnazione. Provavo ad immaginare quale ferita potesse celarsi dietro a quelle considerazioni così dignitose, ma subito mi ritraevo impaurita.

Il dolore degli altri ci può apparire così forte e vicino, per un attimo, e poco dopo già giace dimenticato alle nostre spalle, lasciato indietro nella corsa quotidiana.
Ma a volte ne rimane un pezzettino incastrato dentro di noi, un soffio, una briciola, e quando cambia il vento si sposta, e la malinconia assume una tinta in più.


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Avevo pensato a questa ricetta per un contest su cibo e salute al quale non ho fatto in tempo a partecipare. Ma ormai avevo l’idea in testa e la volevo provare.
È un piatto proteico, semplice e piuttosto magro: gli unici grassi sono quelli dello sgombro, e ormai abbiamo imparato tutti che sono grassi “buoni” che costituiscono parte integrante della nostra dieta. Il sapore dello sgombro si sente abbastanza ma non prevale troppo: se li volete più delicati non dovete fare altro che aumentare la dose di ceci.
Per quanto riguarda il mio adorato cavolo nero, cosa dire? È finalmente iniziata la stagione sua e dei suoi fratelli e non potrei esserne più felice, visto che li amo in tutte le salse, di tutti i tipi, a tutte le ore: anche il cavolo a merenda!

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Fagottini di cavolo nero con sgombro e ceci

Porzioni: 6       Tempo di preparazione: 1 h e 20′       Tempo di cottura: 10′ + 10′ + 10′

Ingredienti

250 g di ceci lessati
180 g di filetto di sgombro fresco (circa 3) – si può sostituire con sgombro in scatola (vedi note in fondo alla pagina)
1 piccolo mazzo di cavolo nero
1 cucchiaio di pangrattato
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaino di semi di finocchio pestati
50 ml di latte
olio extra vergine di oliva
sale
granella di nocciole

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Mondate il cavolo nero: con un coltello tagliate le due falde delle foglie radente alla costa centrale, che andrà eliminata perché troppo dura.
Lessate prima le foglie più grandi e resistenti in acqua bollente salata per 2′, scottatele e immergetele in acqua a ghiaccio per raffreddarle, poi stendetele ad asciugare su un canovaccio pulito.
Poi lessate il resto del cavolo per 5′, scolatelo e sminuzzatelo.

In una padella antiaderente con poco olio cuocete i filetti di sgombro poggiandoli dalla parte della pelle per 3′, poi girateli delicatamente e cuoceteli per 3′ sull’altro lato, coperti.
Finché sono ancora caldi togliete la pelle le lische centrali, aiutandovi con una pinzetta.

Scaldate 2 cucchiai di olio nella stessa padella e ripassatevi i ceci con il rosmarino per 3′, poi unite lo sgombro a pezzettini e circa 60 g del cavolo nero sminuzzato e fate andare coperto per 3-4′, unendo un po’ di acqua di cottura del cavolo se necessario.

Frullate al mixer la padellata di sgombro, cavolo e ceci, unendo il latte, i semi di finocchio e il pangrattato. Proseguite fino a che il composto non è abbastanza fine, unendo eventualmente poco latte ma senza renderlo molle.

Preparate i fagottini. Disponete a croce due striscioline di cavolo nero, mettetevi nel mezzo una noce di ripieno, chiudete una striscia e poi l’altra. Ungete il fondo di una pirofila e disponetevi i fagottini. Irrorate con un filo d’olio, cospargete con la granella di nocciole e infornate a 180°C per 10′.

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Note:

13 risposte a “Fagottini di cavolo nero con sgombro e ceci”

  1. Ne risulta un piatto davvero coloratissimo 😀

  2. lara ha detto:

    Io non riesco a maneggiarlo, il dolore degli altri, mi confonde e tendo a trattarlo come tratterei il mio, cioè con rispetto e molta riservatezza, ma a volte non si dovrebbe fare così, si dovrebbe scaricarne un po’ dalle altrui spalle magari abbracciando chi te lo racconta, io con queste cose mi ritrovo sempre un po’ a disagio, chissà quando imparerò? Questo piatto mi ha stregata amo profondamente tutti gli ingredienti usati e l’idea soprattutto mi piace, quindi la replicherò a breve.

    • panelibrienuvole ha detto:

      Mi fa piacere, pensa che non ero nemmeno certa se pubblicarlo, mi sembrava una ricetta parecchio di nicchia…credo che la maggior parte avrebbe preferito un ripieno di patate e salsiccia o roba così 😀 Sono contenta di essere in buona compagnia 😉

  3. Silvia ha detto:

    Quanto è vero. Detto proprio bene, semplice e così ovvio che non ci avresti mai pensato… ma per fortuna che è così. Un meccanismo di autodifesa, credo. E già chi lo sa riconoscere è un pezzettino avanti, no?

  4. Margherita ha detto:

    Il dolore degli altri, anche di quelli che poi cosi vicini non mi sono, lo vivo con molta empatia. Quello che mi lascia sempre sgomenta é la forza, e come dici tu, la dignità, con la quale molte persone lo vivono. Questo spesso accade con i dolori più grandi, quelli che al solo pensarci mi fa male il cuore.
    Difficile trovare qualcosa da dire su questa tua ricetta bellissima, ma siamo qui per questo no? Per buttare giù quella briciolina… ammetto di non essere un’amante dello sgombro, ma l’idea di per se’ é geniale. Soprattutto per una che come te, adora il cavolo nero. Pensi che il risultato potrebbe essere ugualmente soddisfacente con un pesce bianco tipo merluzzo? Qui in Canada é molto buono e “ciccione”..

    • panelibrienuvole ha detto:

      Certo che sì, cara Margherita! Lo sgombro ha un sapore molto marcato e non a tutti piace…secondo me puoi sbizzarrirti alla grande, non soo con il pesce bianco ma anche con patate, rape, barbabietole, formaggi…non c’è limite alla fantasia 😀
      Grazie di essere passata, un abbraccio!

  5. Stravagaria ha detto:

    Bello tutto… a maneggiare il dolore non si impara mai del tutto (nel mio caso nemmeno a cucinare)

    • panelibrienuvole ha detto:

      No, credo sia la cosa più difficile da fare…e chi ci riesce almeno un po’ ha tutta la mia ammirazione

  6. Enrica ha detto:

    La ricetta la userò, questo sabato per una cena tra amici, certamente, le parole le terrò, con me come un promemoria, costantemente.

  7. Fabio ha detto:

    Purtroppo, vivere anche i dolori, le sofferenze o le fatiche degli altri è cosa che ci è difficile. Bisogna avere una certa sensiblità o particolare vicinanza per riuscire a cogliere questi aspetti.
    Il cavolo nero lo adoro anche io, ma, ahimé, qui non si trova (salvo raramente) e quindi ci gustiamo solo virtualmente questa ricetta 😀

  8. mile ha detto:

    Lo trovo strepitoso Alice!

    E meno male che quel pezzettino resta inacastrato. L’empatia è quello che ci rende umani…la compassione nel signficato greco del termine…

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