In questi giorni stiamo raccogliendo le olive. O meglio: Riccardo le raccoglie. Io e Dante passiamo nel campo dopo l’asilo, ci tratteniamo finché il sole non va giù, quanto basta per far divertire lui e rasserenare un po’ me. Lui si stanca presto di tirare giù le olive con il suo rastrellino, la parte che preferisce è spostare cassette, radunare le olive nei teli e – ovviamente – fare qualche giro sull’ape con il suo babbo.
Sono pomeriggi felici con niente, tra il grigio verde degli ulivi, il rumore del frullino, la calma del campo mentre tutto intorno gira vorticosamente. Sale presto l’umidità, e allora bisogna cominciare a rimettere gli attrezzi e questo momento preciso mi ricorda le campagne di ricognizione archeologica in Maremma, che in questi giorni di novembre erano agli sgoccioli e ogni pomeriggio dovevamo smontare tutto con largo anticipo, perché non appena il sole scendeva, si faceva buio pesto, e allora non sarebbe più stato possibile ritrovare gli strumenti di lavoro, men che meno la via per uscire dal bosco.
Inizia così uno dei mesi meno apprezzati dell’anno e che invece a me piace tantissimo, con la sua bruma e le sue nebbie, che isolano dall’esterno e costringono a concentrarsi su se stessi, sui nostri pensieri. Novembre mi chiama, mi accoglie, mi ispira. Ha sancito la nascita di Dante, solo per poche ore, me pur sempre a novembre. E questo mi è sempre sembrato un segno. Della mia natura, della sua, del destino, non so. Ma un segno che mi dice qualcosa.
La calma di novembre mi ha finalmente dato modo di dedicarmi ad un lievitato, cosa che non facevo da tempo. Al di là dell’impegno che richiedono i lievitati, c’è anche il fatto che in casa non ne facciamo un gran consumo e quindi non ha molto senso prepararli, se non per puro desiderio culinario e fotografico, visto che i lievitati sono in genere estremamente fotogenici. E tra i più fotogenici ci sono sicuramente queste brioche intrecciate, note nel mondo anglosassone come “cinnamon knots”, ossia nodi alla cannella. Se non che, nelle mie brioche non c’è traccia di cannella.
Già una volta avevo fatto dei cinnamon knots degni di questo nome, e mi erano piaciuti, ma ci avevo comunque messo poca cannella, perché è una spezia che non amo particolarmente. Stavolta ho pensato di fare del tutto di testa mia e ho farcito le mie brioche intrecciate nientepopodimenoche con del burro di arachidi.
Sul blog potete trovare tante ricette con questo ingrediente che io amo alla follia, così come ho una dichiarata dipendenza dalle arachidi al naturale. Avendone ricevuta una cospicua fornitura e non volendo finire a mangiarle tutte con il cucchiaino – cosa che, ahimè, sarei perfettamente in grado di fare, ho pensato di usarle per una ricetta. Ed ecco che quindi si sono riaffacciate alla mia mente le diaboliche brioche intrecciate, che volevo rifare da molto tempo.
La cosa più affascinante di queste brioche è l’intreccio, inutile dirlo. Ho studiato per due giorni tutte le possibili brioche intrecciate repareibili sul web, cercando di capire quale fosse il sistema migliore e l’intreccio più accattivante, per poi finire a farle nella maniera più tradizionale possibile. E vabbè, nulla di nuovo sotto il sole, devo ammettere, il fatto che le mie ricerche mi portino dritta al punto di partenza non mi stupisce più di tanto.
Insomma, il sistema sembra apparentemente complesso se spiegato a parole, ma in realtà è molto semplice e intuitivo. Nel testo della ricetta troverete tutte le indicazioni ma se voelte delle immagini di riferimento vi consiglio questo post. Sebbene la ricetta sia diversa, il metodo di formatura delle brioche intrecciate è identico.
Come potete vedere, le mie brioche non sono affatto tutte identiche. Mi sarebbe piaciuto averle tutte uguali, come perfette copie l’una dell’altra, ma mi ci sono voluti una decina di tentativi per trovare il sistema di formatura perfetto, e a quel punto l’impasto era finito e le brioche tutte belle che intrecciate.
Il risultato mi ha comunque soddisfatto, sia sul piano estetico che gustativo e, anzi, devo dire che il fatto che siano tutte diverse alla fine mi piace, me le rende più interessanti. O forse è la solita storia della volpe e l’uva? 😉
Se non siete interessati alle brioche intrecciate, ma gradite qualche altre idea su come usare il burro di arachidi, eccovi accontentati:
E ora, via con le brioche intrecciate!