Che in Italia non ci sia una grande cultura del tè è incontestabile. Per la maggior parte delle persone, il tè corrisponde alle bustine che si comprano al supermercato oppure – per chi è già un passo più avanti – al tè sfuso che si trova in quelle sale da tè in franchising che negli ultimi 15-20 anni si sono diffuse ovunque, dove la cura per l’arredamento e il merchandising non sempre vanno di pari passo con la qualità delle materie prime.
Quello che invece ho sperimentato qualche giorno fa a Zentè – rinomata e curatissima sala da tè di Prato – non ha nulla a che vedere con il tè come lo avevo conosciuto fino ad ora.
Nato nel 2017, Zentè è un punto di riferimento per i cultori del tè, un luogo in cui trovare pregiati tè provenienti dalla Cina e in cui condividere l’amore per questa affascinante bevanda.
Frequentato da un’ampia clientela orientale, Zentè si propone di ampliare il suo pubblico e far conoscere anche agli italiani il significato e il valore del consumo del tè in Cina, attraverso attività dedicate come corsi di introduzione alla cerimonia e al consumo del tè e degustazioni guidate per piccoli gruppi.
In un tiepido mattino di fine settembre siamo stati accolti dalla titolare e tea sommelier Quixiu Cristina Hua, una lady di ferro capace di fondere modi gentili e grande determinazione come forse solo gli orientali sono capaci di fare.
Appena varcata la soglia di Zentè si percepisce un’atmosfera di quiete e serenità: una musica strumentale quasi impercettibile in sottofondo, lo scorrere dell’acqua di piccole fontane, l’aroma delicatissimo degli incensi il cui fumo sale in sottili volute verso il soffitto. Tutto concorre alla distensione dei sensi e al rilassamento.
Il rosso e il nero dei grandi contenitori di tè della parete di fondo è la prima cosa che cattura l’attenzione. L’occhio poi scivola sulle delicate ceramiche schierate sulle mensole di legno chiaro: tazzine, bicchierini, teiere dalla forme e decorazioni più varie si alternano a confezioni di tè dalle illustrazioni delicate e evocative.
Mi prendo il tempo di fare “qualche” foto, cerco di accogliere dentro di me l’essenza di Zentè, sorseggio il tè bianco bollente che ci è stato servito come piccolo benvenuto. Poi si aprono le porte della sala da tè vera e propria, e ha inizio il nostro viaggio nel mondo del tè.
Dalle parole appassionate di Quixiu Cristina emerge come in Cina il tè non abbia soltanto un significato cerimoniale: può essere una bevanda di condivisione con gli amici più o meno intimi, un mezzo per rompere il ghiaccio in un incontro di lavoro, un momento da gustare in solitudine, con calma e tranquillità. Oltre ai benefici per la salute e il fisico, il consumo del tè può essere un modo riappropriarsi del proprio tempo, per rallentare e ascoltare i pensieri e la voce interiore. Non a caso, la filosofia zen e il tè sono due concetti strettamente legati nella cultura orientale.
Arriva poi il momento della preparazione del tè.
Infusione dopo infusione, con gesti gentili e sapienti, Quixiu Cristina versa l’acqua nella piccola “tazza della giustizia”, aggiunge le foglie di tè, attende, annusa e infine mesce per noi neofiti, che la osserviamo con occhi attenti e affascinati.
L’assaggio è curioso, trepidante, con i sensi allerta per distinguere le note caratteristiche di ciascun tè: la freschezza, il profumo di orchidea, un vago aroma di cocco, la sensazione di leggera dolcezza che rimane al palato.
Un viaggio nel gusto, ma soprattutto dentro di noi, che mi ha aperto la strada per un nuovo modo di bere il tè.
La scelta della varietà di tè in base alla stagione e al gusto personale, la preparazione attenta e meticolosa per far sì che ogni infusione sia calibrata, il servizio in piccoli bicchierini di vetro (mai in tazze grandi! Sarebbe considerato inusuale e davvero poco elegante). Ogni fase è stata per me una scoperta che ho accolto con interesse e meraviglia.
Ad accompaganre la degustazione, anche piccoli dolci, dalle forme curiose e dal sapore delicato, che deliziano il palato senza sovrastare gli aromi della calda bevanda, per i quali ci sarebbe da aprire un capitolo a parte…e forse prima o poi lo farò!
Per il momento, se siete interessati all’uso del tè nei dolci (ma occidentali), vi suggerisco le mie madeleine al tè matcha e la torta-mousse al sesamo nero e tè matcha, ma anche il plumcake all’earl gray, per un gusto più vicino a quelli cui siamo tradizionalmente abituati.
Ringrazio l’agenzia di PR e comunicazione Perle e Perlage, nella persona di Claudia Bondi, per avermi regalato questa esperienza.