Sono passati tanti anni, ormai, da quando la mattina di Pasqua ci trovavamo a casa dei nonni per fare la colazione tradizionale. Una colazione sostanziosa, visto che prevedeva uova sode (quelle benedette, che prima di sgusciarle gli dovevi dare un bacino) e capocollo, da mangiare con la nostra ciaccia di Pasqua, ossia una torta salata al formaggio (stra-buo-na).
Il ritrovo era alle otto e mezzo di mattina, tassativo. Da piccole non ci curavamo della levataccia di domenica mattina perché sapevamo che ad attenderci, oltre alla colazione, c’erano tante uova di cioccolato, con le loro carte dai colori sgargianti e dal suono inconfondibile. Da adolescenti, invece, cercavamo di contrattare sull’orario per poter dormire un po’ di più, ma finché c’è stato il nonno non c’era spazio per concessioni. E, a pensarci ora, era giusto così.
Ci affollavamo tutti intorno al tavolo della piccola cucina, che mai come in quell’occasione sembrava grande e calda. Chi mangiava in piedi, chi scartava subito le uova, chi si versava un bicchier di vino. E dopo il salato, si passava a mangiare la ciambella, i grandi inzuppata in un po’ di vinsanto, i piccoli (e i più golosi) accompagnata da un pezzetto di cioccolato. Erano bei tempi, e non solo perché erano vecchi. Sono stata felice.
Oggi i nonni non ci sono più, e quella tradizione si è persa. Rimane il ricordo – vividissimo – di quella cucina affacciata sui campi e sulla ferrovia, inondata di luce, di chiacchiere, di piatti e bicchieri acciottolanti. Il ricordo delle briciole sul tavolo, del coltello del pane che affettava senza sosta, di una ciambella semplice, dolce quanto basta a far gola a una bambina. Il ricordo delle cose belle che porto con me.
75mltra latte e vinsantoio faccio metà e metà, ma potete mettere anche solo uno o l’altro
lievito in polverepoco meno di una bustina
scorza di 1/2 arancia non trattatoo di un limone
granella di zuccheroo zuccherini colorati per decorare
Istruzioni
In una ciotola capiente, lavorate con un mestolo di legno lo zucchero,il burro e la scorza di agrume fino ad ottenere una crema.
Unite le uova una alla volta, aspettando che il primo si sia assorbito prima di aggiungere l’altro.
Setacciate insieme la farina e il lievito e uniteli al composto, amalgamando con una spatola.
Infine aggiungete i liquidi e amalgamate.
Dividete l’impasto in due. Infarinatevi appena le mani e formate le ciambelle, formando due salsicciotti e chiudendoli ad anello. Fateli di diametro piuttosto piccolo, circa 4 cm, perché si allargheranno in cottura.
L’impasto sarà molle e un po’ appiccicoso, quindi dovete essere veloci o vi si attaccherà alle dita.
Formate la prima ciambella e posizionatela su una teglia rivestita di carta da forno, poi distribuitevi sopra gli zuccherini, premendoli leggermente sulla superficie, così non cadranno quando la ciambella lieviterà. Fate lo stesso con la seconda ciambella, posizionandola ben distanziata dalla prima, cosi che non si tocchino in cottura. Per essere più sicuri potete cuocerle una per volta.
Infornate a 180°C per 20 minuti circa, senza farle asciugare troppo.
Note
questa ciambella è tipica della zona meridionale della provincia di Siena, ma non so quanto sia estesa questa tradizione di farla per Pasqua. Sapete bene che in Italian basta spostarsi di 5 km e cambiano le ricette, i nomi, le tradizioni, quindi non mi azzardo ad attribuirle una tipicità più ampia. Ma se avete testimonianze in tal senso, sono ben accette.
bella,quanti ricordi ci portano questi piatti di tradizione che è bello riproporre per non dimenticare e perdere,in fondo le persone continuano a vivere anche attraverso i piatti,buon giovedì santo
Quanto hai ragione, Paola…ogni volta che faccio questa ciambella è impossibile non sentire più vicina la presenza di mia nonna… Grazie per aver colto questo aspetto 🙂 Un abbraccio, Alice.
Se la colomba anche qui non vola, questa ciambella invece può posarsi benissimo in tavola! 🙂 A proposito di semplicità, la rappresenta… e nel modo che piace a me. Ricordi intrecciati, tradizioni genuine, ingredienti che sono fissi nella nostra cucina e ogni volta creano e ci regalano le stesse emozioni… perchè è così, certe cose le portiamo e le abbiamo dentro, sono ricette senza tempo… o custodite nel tempo, al riparo, nel cestino…
Questi sono i ricordi che ci porteremo sempre dietro con noi, quelli che non mancheranno di farci visita, soprattutto quando la loro mancanza si farà sentire di più. È una ciambella piena di zuccherini che adoro! Buona Pasqua e a presto
Ciao Alice. Volevo dirti che ho rifatto la Ciambella: buonissima e facilissima da preparare.
Tipica di quale regione? perché nel post accenni che era preparata da tua nonna.
un abbraccio grande
Hai ragione, Federica, che sciocca, non ho pensato a specificare! 😀 Io sono toscana, ma non so dirti se questa ciambella sia diffusa in tutta la regione. Di sicuro si fa nella parte meridionale della provincia di Siena… ma qui come ti sposti di 10 km cambia tutto, ricette comprese! Grazie per la domanda e mi fa molto piacere che tu l’abbia provata! 🙂
Conoscendo un po’ la tradizione sono dolci tipici del centro Italia, se ci pensi giù al sud i dolci sono molto più carichi di creme e ricotte (tipo pastiera), su a nord invece tornano ad essere più asciutti magari buoni da immergere in un vin santo!!! Comunque la tradizione culinaria italiana è buona tutta. Della Toscana ho dei bellissimi ricordi di pranzi.
ti abbraccio cara e buon lavoro
Hai ragione Federica! Infatti mi hanno scritto in tanti dicendo che esiste una cosa simile in Emilia (tipo bensone, mi pare) e in Veneto, il busolan…dolci secchi e semplici a forma di ciambella…sembrano proprio parenti della mia 🙂
Conoscendo un po’ la tradizione sono dolci tipici del centro Italia, se ci pensi giù al sud i dolci sono molto più carichi di creme e ricotte (tipo pastiera), su a nord invece tornano ad essere più asciutti magari buoni da immergere in un vin santo!!! Comunque la tradizione culinaria italiana è buona tutta. Della Toscana ho dei bellissimi ricordi di pranzi.
ti abbraccio cara e buon lavoro
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bella,quanti ricordi ci portano questi piatti di tradizione che è bello riproporre per non dimenticare e perdere,in fondo le persone continuano a vivere anche attraverso i piatti,buon giovedì santo
Quanto hai ragione, Paola…ogni volta che faccio questa ciambella è impossibile non sentire più vicina la presenza di mia nonna… Grazie per aver colto questo aspetto 🙂 Un abbraccio, Alice.
Se la colomba anche qui non vola, questa ciambella invece può posarsi benissimo in tavola! 🙂 A proposito di semplicità, la rappresenta… e nel modo che piace a me. Ricordi intrecciati, tradizioni genuine, ingredienti che sono fissi nella nostra cucina e ogni volta creano e ci regalano le stesse emozioni… perchè è così, certe cose le portiamo e le abbiamo dentro, sono ricette senza tempo… o custodite nel tempo, al riparo, nel cestino…
Noi voliamo anche senza colomba…con i ricordi e con la fantasia 🙂 Un abbraccio cara Francesca!
Questi sono i ricordi che ci porteremo sempre dietro con noi, quelli che non mancheranno di farci visita, soprattutto quando la loro mancanza si farà sentire di più. È una ciambella piena di zuccherini che adoro! Buona Pasqua e a presto
E’ vero, sono ricordo preziosissimi… Grazie Silvia e buon post-Pasqua, visto che sono arrivata in ritardo! 🙂
Ciao Alice. Volevo dirti che ho rifatto la Ciambella: buonissima e facilissima da preparare.
Tipica di quale regione? perché nel post accenni che era preparata da tua nonna.
un abbraccio grande
Hai ragione, Federica, che sciocca, non ho pensato a specificare! 😀 Io sono toscana, ma non so dirti se questa ciambella sia diffusa in tutta la regione. Di sicuro si fa nella parte meridionale della provincia di Siena… ma qui come ti sposti di 10 km cambia tutto, ricette comprese! Grazie per la domanda e mi fa molto piacere che tu l’abbia provata! 🙂
Conoscendo un po’ la tradizione sono dolci tipici del centro Italia, se ci pensi giù al sud i dolci sono molto più carichi di creme e ricotte (tipo pastiera), su a nord invece tornano ad essere più asciutti magari buoni da immergere in un vin santo!!! Comunque la tradizione culinaria italiana è buona tutta. Della Toscana ho dei bellissimi ricordi di pranzi.
ti abbraccio cara e buon lavoro
Hai ragione Federica! Infatti mi hanno scritto in tanti dicendo che esiste una cosa simile in Emilia (tipo bensone, mi pare) e in Veneto, il busolan…dolci secchi e semplici a forma di ciambella…sembrano proprio parenti della mia 🙂
E alla frase “il ricordo delle cose belle che porto con me” io mi sciolgo ché i ricordi li custodisco e covo come uova da schiudersi su nuovi prati ❤️
Che dire Mile…siamo molto simili, e ne sono felice 🙂
Conoscendo un po’ la tradizione sono dolci tipici del centro Italia, se ci pensi giù al sud i dolci sono molto più carichi di creme e ricotte (tipo pastiera), su a nord invece tornano ad essere più asciutti magari buoni da immergere in un vin santo!!! Comunque la tradizione culinaria italiana è buona tutta. Della Toscana ho dei bellissimi ricordi di pranzi.
ti abbraccio cara e buon lavoro