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Questo post doveva avere un’altra introduzione, che è stata inevitabilmente rimandata: lo scorso weekend c’è stato il primo raduno dell’MTChallenge e oggi i pensieri non possono tornare che lì.
Chi bazzica queste pagine sa che l’MTChallenge è una sfida mensile, dove il vincitore in carica sceglie il tema per il mese successivo, in genere una ricetta nella quale è ferrato, in modo da condividere con gli altri le sue conoscenze.
Detto così, sembra un gioco come tanti altri che popolano il web. Ma in realtà è molto di più. Ed è difficile capirlo dall’esterno, credetemi.
Un anno fa mi sono avvicinata con timore, curiosa ma ignara di cosa significasse veramente. In un attimo c’ero dentro fino al collo e adesso mi trovo immersa in una community generosa, pazza e geniale, dove il divertimento sconfina nell’apprendimento senza che uno se ne renda conto (ma non abbiamo mai pensato a proporre un modello educativo per le scuole?).
Un gruppo costituito da persone diversissime tra loro per provenienza, approccio, personalità e competenze, ma con una visione molto simile della cucina, del cibo e di questo gioco che tanto gioco non è.
Un’incredibile capacità di non prendersi sul serio e, al tempo stesso, di essere affidabili e competenti. E alla prova dei fatti, quando ci siamo incontrati di persona, queste caratteristiche erano tutte lì, più reali e forti che mai.
E’ stata una giornata di progetti fantasmagorici (ma ho sognato o è tutto vero?), possibili solo grazie alla forza del gruppo e ai poteri magici di Alessandra. Una giornata di risate, tante (Flavia: una forza della natura!), di scambio e di confronto.
Una giornata in cui abbiamo mangiato cibo buonissimo, preparato con amore da ognuno di noi, roba che in nessun ristorante potrete mai trovare e che a distanza di due giorni mi fa pentire di non essermi infilata qualcosa in borsa prima di venire via!
Ho lasciato il gruppo sentendomi un po’ come Cenerentola che deve abbandonare la festa ancora in pieno svolgimento, ma sono contenta di aver potuto almeno partecipare.
L’unico rimpianto è non aver potuto preparare qualcosa di davvero buono e goloso a mia volta, come avrei voluto, per festeggiare il grande ritrovo MTCino… La prossima volta, doppia dose, promesso. Magari, proprio con questa galette.
Le galette (termine francese) sono torte costituite da una base di friabile e burrosa brisée sulla quale viene posta direttamente la farcitura di frutta (o verdura, o formaggio) senza appareil, ovvero senza un impasto di uova e panna o di formaggi molli che facciano molto volume. La galette è quindi bassa e croccante, con il guscio di brisée che si ripiega per un centimetro o due sopra alla farcitura. Può essere dolce (io ne ho fatta una di more e una di rabarbaro) o, come in questo caso, salata.
La ricetta è tratta da qui. Rispetto all’originale ho aggiunto il pepe e ridotto le dosi di burro…ma vedrete che rimane sempre un sacco! Questo rende più difficile la lavorazione, potete aiutarvi aggiungendo un altro cucchiaio di acqua, oppure tornando alla quantità di burro iniziale.
Porzioni: 8 Tempo di preparazione: 40 minuti + 1 ora di riposo Tempo di cottura: 45-50 minuti
Per la pasta:
170 g di farina 00
80 g di farina di grano saraceno
125 g burro (nell’originale circa 200 g)
4- 5 cucchiai di acqua
4 rametti di timo
mezzo cucchiaino di pepe nero
un pizzico abbondante di sale
Per il ripieno:
250 g di gorgonzola DOP
2 pere abate (3 se piccole)
7 noci
un cucchiaino di miele
mezzo cucchiaino di aceto balsamico
Per lucidare:
1 tuorlo
Mescolate insieme le farine, il sale, il pepe e le foglioline di timo tritate. Unite il burro freddo a pezzetti e intridetelo con la farina con la punta delle dita, fino ad ottenere un composto a grosse briciole. Aggiungete l’acqua un po’ per volta, quanta ne basta per compattare il tutto e senza lavorare troppo. Formate una palla, avvolgete nella pellicola trasparente, appiattitela e mette in frigo per un’ora.
Mescolate il gorgonzola con i gherigli di noce spezzettati grossolanamente. Trascorso il tempo di riposo, stendete la pasta con il mattarello sopra a un foglio di carta forno, dando colpi leggeri e veloci per non scaldare troppo l’impasto; dovrete dargli una forma il più possibile circolare, fino a raggiungere lo spessore di 4-5 mm.
Distribuitevi sopra il composto di gorgonzola, lasciando liberi 2-3 cm dal margine della torta (sarà la parte che dovrete ripiegare sopra al ripieno). Riponete di nuovo in frigo. Sbucciate le pere, tagliatele a spicchi e poi a fettine spesse 2-3 mm. Disponetele sopra al gorgonzola nel modo che preferite, poi ripiegate i lembi di pasta sopra al ripieno, in modo da formare il bordo. Sbattete leggermente con la forchetta il tuorlo e spennellatevi la crosta della galette. Infornate a 180° per 40-45 minuti circa. Se la parte superiore dovesse dorarsi troppo potete coprirla con dell’alluminio per 15 minuti durante la cottura.
Spegnete il forno e lasciate la torta dentro per qualche minuto ad asciugare. Nel frattempo scaldate il miele e l’aceto balsamico in un pentolino e quando la galette sarà intiepidita spennellatevi la superficie delle pere.
Note:
Mia figlia me ne ha insegnata una versione con questi ingredienti e mi piace moltissimo, ma io compro la pasta pronta… Lo so è una vergogna.
Ma che vergogna, dai! E’ solo più veloce! Certo, magari non ne trovi una al grano saraceno…ma si fa quel che si può! 😀
Ma poveri noiiii…sommersi da montagne di burro. Secondo me sarebbe stata immangiabile!
E’ difficile spiegarlo, ma è proprio come dici tu, un gioco ed una scuola di cucina allo stesso tempo, con la leggerezza di quando in palio non c’è niente (o quasi) e resta solo la voglia di cimentarsi con una nuova ricetta. Io la tua l’ho gradita molto, come mi piace moltissimo anche questa galletta. Chissà, magari la proveremo al prossimo raduno 🙂
Fabio
Mi piacciono molto i “salati” con la frutta. Poi col grano saraceno…mmmm. Davvero sfiziosa!