7 Maggio 2015

Banana bread di farro e avena con malto d’orzo

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Oggi ho letto un articolo che ho trovato molto interessante. L’autore è “il solito” Bressanini (ho parlato dei suoi libri qui e qui), che apprezzo molto, e che ancora una volta ci mette in guardia dalle strategie di comunicazione e dai meccanismi di funzionamento del nostro cervello.

L’articolo, in sostanza, dice che la nostra opinione su un piatto o un alimento è fortemente condizionata da pregiudizi e aspettative e che la valutazione cambia molto se facciamo un assaggio “alla cieca”, ovvero senza avere alcune informazione sulla provenienza e lavorazione di un prodotto, o se invece siamo preventivamente preparati su quello che andremo ad assaggiare. E così, anche un’insalata di McDonald travestita da ricetta gourmet conquista l’apprezzamento dell’ignara cavia sottoposta all’esperimento (leggete l’articolo, è tutto documentato).

Al di là delle implicazioni di carattere commerciale (e sociale) che questo comporta, mi sono resa conto di essere spesso vittima delle mie aspettative, che condizionano molto l’esperienza sensoriale nell’assaggio di un piatto: se sono invitata a pranzo da un rinomato gourmand è probabile che tutto ciò che mangio mi sembrerà delizioso; se invece mi trovo costretta a ingollare un panino in un bar del centro, state pur certi che lo troverò insulso e lo mangerò controvoglia.

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Vi confesso, dunque, che avevo grandi aspettative su questo banana bread. Ho brevettato la mia formula personale, cercando di bilanciare aspetto nutrizionale, sapore e consistenza. L’ho preparato in un sereno mattino di sole e al momento di sfornarlo si è sparso per casa un aroma avvolgente e zuccherino, dove l’orzo e l’avena si mescolavano al sentore di banana e lo sforzo per non assaggiarlo prima delle foto è stato sovrumano. Ovvio che quando l’ho assaggiato l’ho trovato delizioso!
A pensarci alla luce dell’articolo di Bressanini, però, la domanda mi sorge spontanea: lo sarà stato davvero? O la percezione del gusto era influenzata dalla mia idea preconcetta di aver sfornato un buon prodotto e dalla mia buona disposizione d’animo? Non lo saprò mai.
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Potrei effettivamente prepararlo nuovamente e procedere ad un nuovo assaggio cercando di mantenere la mia mente sgombra da aspettative. Ma è difficile e, forse – in fin dei conti – nemmeno auspicabile. Perché se uno fa il critico gastronomico deve cercare di essere il più obiettivo possibile e astrarsi da aspetti emozionali. Ma se uno fa il mangiatore per passione, allora tutto ciò che ruota intorno al cibo acquista un valore aggiunto, tutto concorre a creare “l’esperienza” e un banana bread pensato, preparato con cura, annusato con occhi socchiusi e osservato al microscopio prima di addentarlo (praticamente una creatura vivente!), non sarà mai uguale ad un banana bread magari fatto con la stessa identica ricetta ma in un forno diverso, da una persona che non conosco, senza amore e senza passione. Qualcuno penserà che sono matta, ma secondo me chi ama davvero il cibo, se ci pensa un attimo non potrà che darmi ragione. Non credete?
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In definitiva, questo banana bread mi è piaciuto moltissimo (ma adesso non crederete più!!!), l’ho trovato umido al punto giusto, dolce e aromatico, pur senza avere una eccessiva quantità di zuccheri nè di grassi. L’unico modo che avete per verificare le mie affermazioni è…provarlo voi stessi!
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BANANA BREAD DI FARRO E AVENA CON MALTO D’ORZO

Dose: 8 persone       Tempo di preparazione: 20 minuti       Tempo di cottura: 50 minuti

Per lo streusel (una sorta di composto bricioloso da distribuire sulla superficie):

Preparate lo streusel: mescolate i fiocchi d’avena, la farina e lo zucchero con il burro a pezzettini, strofinando gli ingredienti tra le dita. Tenete da parte. Mettete l’uvetta a bagno nel latte. Frullate la polpa delle banane e mescolatela con le uova leggermente sbattute, il malto, lo zucchero e il burro fuso fatto raffreddare. In una ciotola unite la farina, il lievito, i fiocchi d’avena, la cannella e le uvette scolate dal latte (che terrete da parte); mescolate bene, poi unite agli ingredienti liquidi aggiungendo anche il latte e mescolando rapidamente con un cucchiaio, giusto il tempo di far amalgamare il tutto. Versate in uno stampo da plumcake rivestito di carta forno, distribuite sulla superficie lo streusel e infornate a 180° per 45-50 minuti. Fate intiepidire prima di sformare. Note: – per una versione priva di latticini potete sostituire il burro con una quantità di olio di oliva delicato (o di semi) pari all’80% del burro e il latte con del latte di riso o di avena.

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0 risposte a “Banana bread di farro e avena con malto d’orzo”

  1. stravagaria ha detto:

    Quello che scrivi è verissimo. Quando ero una ragazzina – prima o seconda media per intenderci- ad una cena con amici di famiglia e loro figli mi hanno fatto uno scherzo e tale è stata la loro persuasività, e la mia dabbenaggine, che non so ancora se ho bevuto del succo di pomodoro o della spremuta d’arancia molto rossa. Sembra assurdo ma la suggestione fa moltissimo e le aspettative pure. Però sono certa che il tuo banana bread sia effettivamente buonissimo 🙂

  2. accantoalcamino ha detto:

    Sono anni che cerco la ricetta ideale, ho spulciato, aiutata da Terry, Pinterest ma sono ancora restia. Che la mia “Bressanina” mi abbia dato l’imput? (ti ho risposto alla mail, è arrivata o…

    • panelibrienuvole ha detto:

      Ciao Libera! Anche io avevo segnato molte ricette da Pinterest ma alla fine non ce n’era nessuna che facesse al caso mio perché in genere sono ricette iper zuccherose e burrose…e allora me la sono inventata! 🙂
      Mail arrivata! Ora ti rispondo
      Buona giornata! ☺

  3. martina ha detto:

    Qui si dovrebbe aprire un intero tomo riguardo alla psicologia della percezione, neuroscienza, fenomenologia … e chi più ne ha più ne metta. Temi complessi che trovo difficili da trattare in poche righe; forse il punto è riuscire ad esserne consapevoli, accettarlo e cercare un punto d’equilibrio che riesca a farci procedere nel modo che riteniamo più consone alle nostre idee, nel seguire una certa coerenza.
    Sai, dopo mille arrovellamenti ( usando un eufemismo) ho preso atto, e non lo nascondo o rinnego, che per me un alimento non solo rappresenta le sue specificità di risorsa alimentare primaria, ma è, a pari importanza, elemento sociale e politico. Aspetti che influenzano le mie scelte quanto i miei gusti … inevitabilmente.
    Non so se sia “corretto”; non so se potrei mai osare e pretendere una completa oggettività nel giudizio; non sono certa di aver trovato la messa a fuoco e, soprattutto, ho sempre paura di essere influenzata da fattori esterni … sempre più subdoli, pervasivi e camaleontici.
    La mente umana è ancora un gran punto interrogativo … ma senza il suo essere non potremmo definirci individui pensanti … senza le mie idee, giudizi e logiche … non sarei io …sono innanzitutto pensiero e parola … nel bene e nel male!
    ps: e tutte ‘ste “XXX mentali” di prima mattina di fronte a una fetta di profumato dolce …. e poi chi sarebbe la pazza tra le due?! 😉

    • panelibrienuvole ha detto:

      Ahahah Martina! Forse saremo pazze tutte e due! Perché capisco bene quello che dici, e lo condivido, anche se sono argomenti molto complessi da affrontare in una sede ristretta come questa.
      E’ vero che la mente umana è ancora insondabile e noi stessi spesso non sappiamo perché abbiamo reagito in un certo modo ad una sollecitazione e quanti fattori intervengano nelle nostre scelte, anche piccolissime.
      Questo vale anche per il cibo, che al di là di semplice nutrimento ha una miriade di valori e significati stratificati. Sempre più convinta che mangiare è un atto culturale.
      Ti mando un grande abbraccio, chissà se riusciremo mai a parlarne di persona?! 🙂

  4. L’aspetto è molto invitante, gli ingredienti usati mi piacciono tantissimo, amo i dolci sani e il banana bread è uno dei miei preferiti: proverò la tua versione.

  5. L’aspetto è davvero bellissimo! Immagino il profumo!

  6. Marta e Mimma ha detto:

    in effetti ci ho sempre pensato anche io, su come certi “pregiudizi” (se così si possono definire) siano fondamentali quando si parla del cibo. Mi è capitato più volte di mangiare in posti dove volevo mangiare a tutti i costi e ordinare qualcosa che mi sia piaciuta da matti. Ma sono effettivamente sicura che fosse buono e che non fossi semplicemente condizionata dall’ambiente suggestivo e da una bella presentazione? Però posso dirti che proprio ieri mi è capitato di pranzare in un locale che volevo provare da tempo e sul quale avevo grandi aspettative: il risultato è stata un’insalata di cartone decisamente scadente, e ne sono rimasta molto delusa…posso allora affermare di non essere sempre vittima delle mie aspettative?
    ps: il banana bread è splendido!! zuccheri poco raffinati e farine alternative, decisamente un dolce che ci calza a pennello! Se poi ci aggiungi anche che facciamo collezione, di banana bread;-)
    Marta

  7. panelibrienuvole ha detto:

    Saggia Fancyhollow…hai detto tutto quello che c’era da dire! 🙂
    P.S.: visto che bella tazzina? 😉

  8. Cle ha detto:

    Mmmmmmm Gnam Gnam!
    Quanto al gusto condizionato dall’aspettativa, posso dirti che no! Almeno per me… Anzi! Sai quante volte L’aspettativa era alle stelle, anche incoraggiata dagli aromi, umore, ecc… E poi…. Sapore non degno? Io dico che è ottimo a prescindere questo banana bread integrale! Baci e buon weekend!

  9. ombelicodivenere ha detto:

    a me a volte capita il contrario.. ho talmente tante aspettative che poi rimango delusa, a volte invece non mi aspetto chissà che e vengo sorpresa, ad ogni modo questo banana bread mi incuriosisce parecchio, e amo i fiocchi d’avena!!! bellissimo!!!

    • panelibrienuvole ha detto:

      E’ vero a volte capita anche questo…soprattutto a chi ha un palato attento ed esigente e non si fa condizionare dal contorno! 😉
      Grazie per la fiducia, comunque…chissà se ti sarebbe piaciuto davvero il mio banana bread? 🙂

  10. Margherita ha detto:

    Mh… non é mica facile trovare una risposta a questa cosa. Nel senso che in generale potrei esser d’accordo con Bressanini, ma credo però anche all’oggettività e “buon senso” del nostro gusto a cui cmq é sempre un bene affidarsi. Sul banana bread, che dire, alzo le mani, perché condizionata o meno, per me é una delle ricette più valide che esista. Credevo di averlo sperimentato in diversi modi e diverse forme, ma mai con la farina di farro! Mi toccherà provare anche questa! Un bacio e buona domenica!

  11. Fausta ha detto:

    e invece io ti credo! Si vede anche dalle foto, che questo pane è stupendo!!! E poi le farine sono proprio “le mie”… come mi piacciono! Sostituirò solo il burro con l’olio, per via del colesterolo e poi… via a prepararlo anch’io. Le aspettative sono alte? Già, ma sono sicura che non rimarranno deluse :)))

  12. panelibrienuvole ha detto:

    Grazie Fausta!! Per me l’aspetto di un cibo fa già ,età dell’opera! 😉
    L’olio è un ottimo sostituto…magari la prossima volta provo anche io!

  13. panelibrienuvole ha detto:

    Grazie mille Marilena! Ed è vero…mangiare è un’atto molto importante, che va fatto con consapevolezza… Buona notte! 🙂

  14. milesweetdiary ha detto:

    Mi aveva conquistata (tanto per cambiare 🙂 ) e mi ero promessa di rifarlo. Ho applicato qualche piccola variante ragionata causa assenza di alcuni ingredienti ed è davvero, cmq, ottimo. Grazie!

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