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A me piacciono le cose antiche. Anche semplicemente vecchie.
Le mode e le novità non mi sono mai appartenute. Oggetti, persone e idee acquistano in fascino, ai miei occhi, se rivestiti della patina opaca del tempo.
Per questa mia peculiarità il mio ragazzo mi sbeffeggia, dicendo che mi piacciono i rottami. Se gli convenga dire così è opinabile, ma finché non se ne rende conto lo lascio fare e rido sotto i baffi.

Di conseguenza, una ricetta mi piace se ha una storia dietro di sè, se ha qualcosa da raccontare.
Bene: il panforte, dolce tradizionale di Siena a base di mandorle, canditi e spezie, ha almeno ottocento anni di storia e forse anche di più. E’ del 1205 un documento che prescrive che i servi e i coloni del monastero di Montecelso, nei pressi della cittadina toscana, portassero in offerta un certo numero di pani pepati e mielati. Nei secoli successivi, dolci di questo tipo sono citati in vari documenti come doni e offerte fatte a personaggi eminenti in occasione delle festività di Ognissanti e di Natale, ed esistono fonti che ne attestano la precoce diffusione anche in corti signorili e nobiliari ben lontane da Siena.

Nel medioevo, un ruolo fondamentale nella preparazione e diffusione del dolce lo avevano i monaci e gli speziali, le uniche categorie che potevano venire in possesso delle preziose spezie che a partire dal XII secolo iniziavano ad arrivare dall’Oriente e che erano indispensabili per la preparazione del panpepato, poi divenuto panforte. Inizialmente usate a scopo medicinale, queste spezie furono ben presto introdotte anche in cucina, con gran beneficio non solo dei ghiottoni ma anche dei soldati. La leggenda narra, infatti, che i senesi avrebbero vinto la famigerata battaglia di Montaperti (1260) contro i fiorentini proprio grazie a questo concentrato di zuccheri ed energie che si portavano in tasca grazie alla comoda forma rotonda.

Nel corso del tempo, il pepe – forse l’unica spezia originaria di questo dolce – è stato sostituito dalle nuove droghe provenienti dall’Oriente, il panpepato si è arricchito di canditi e lo zucchero ha parzialmente soppiantato il miele. Nel 1820 venne inventato il panforte al cioccolato ma la vera “rivoluzione” avvenne in occasione di una visita del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia (nel 1879 o 1887): vennero usati canditi prodotti con una nuova tecnica, fu alleggerita la dose di spezie e la superficie del dolce venne ricoperta da una candida cascata di zucchero a velo: ecco il panforte così come lo conosciamo oggi.

 

Tuttora, a Siena e provincia, c’è la consuetudine di mangiare panforte durante le feste di Natale. E’ un dolce che in genere non piace ai bambini, ha un sapore molto particolare e per molto tempo non l’ho apprezzato. Con l’età però si cambia e adesso lo trovo eccezionalmente buono, con la sua consistenza compatta e composita: il croccante delle mandorle, la parte quasi gommosa dei canditi e il collante dolce e zuccheroso del miele.

Ma il panforte riserva ancora una curiosità. Fino a qualche anno fa (e in alcuni paesi ancora oggi), il giorno di Natale era tradizione praticare il gioco del panforte. Come tutti i giochi di una volta non richiedeva grandi dotazioni di attrezzatura: un panforte e un tavolo lungo erano sufficienti. I giocatori dovevano lanciare il panforte da un lato all’altro del tavolo, facendolo atterrare il più vicino possibile al bordo senza farlo cadere a terra. Detto così può sembrare un gioco banale ma a me piace immaginare una grande famiglia, di quelle di una volta, raccolta attorno al tavolo dopo li pranzo di Natale, a giocare, ridere e fare il tifo tutti insieme, prima di decretare il vincitore e di gustarsi un pezzettino di panforte. Magari fatto in casa, come il mio.

Questa dose è perfetta per uno stampo da 22 cm di diametro, ma se volete fare dei panforti più piccoli, simili a queli che venodno nelle vertine delle pasticcerie senesi, potete aumentare leggermente le dosi e farne due da 18 cm.

PANFORTE DI SIENA

Dosi: 8 persone       Tempo di preparazione: 40′       Tempo di cottura: 30′

150 g di zucchero
150 g di miele di acacia
150 g di farina 00
240 g di mandorle con la pellicina
100 g di zucca (o melone) candita
80 g di scorza di arancia candita
50 g di cedro candito
2 cucchiaini di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di semi di coriandolo macinati
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
la punta di un cucchiaino di noce moscata grattugiata
i semi di mezza bacca di vaniglia
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere
un pizzico di pepe
50 gr di zucchero a velo circa
ostia (o carta di riso)

Foderate sia il fondo che le pareti di uno stampo a cerniera del diametro di 22 cm con l’ostia. È importante che lo foderiate completamente altrimenti il composto si attaccherà allo stampo e una volta solidificato sarà difficile toglierlo. Una volta raffreddato, poi, potrete togliere l’ostia dai bordi, se non la volete.

Tagliate a pezzettini i canditi.

Tostate le mandorle per 5-6 minuti a 200°C (funzione grill).
Mescolate insieme un solo cucchiaino di cannella e tutte le altre spezie, tranne il cacao. Unite poco più della metà del composto alle mandorle e tenete da parte il resto.

In una casseruola di rame o di acciaio fate scaldare lo zucchero e il miele a fuoco molto basso per circa 15 minuti. Il composto sarà pronto quando, prelevandone un po’ con uno stuzzicadenti e mettendolo sotto l’acqua fredda, formerà una pallina consistente ma non troppo dura (lo sciroppo dovrà raggiungere i 120° circa). Allora spegnete il fuoco e versate nella pentola le mandorle ancora tiepide, la farina setacciata e la frutta candita. Mescolate rapidamente e versate nello stampo a cerniera, livellando la superficie con il dorso di un cucchiaio bagnato.
Unite al mix di spezie che avevate lasciato da parte il cacao, un cucchiaino di cannella e un cucchiaio di zucchero a velo. Mescolate e distribuite sulla superficie dal panforte aiutandovi con un colino. Infornate a 160°C per 30′. Non importa se al momento di sfornarlo vi sembrerà ancora molto morbido o quasi liquido: raffreddandosi si solidificherà al punto giusto.

Una volta freddo, sformate e spolverizzate con zucchero a velo.
Si conserva anche per diversi giorni dentro una scatola di latta.

Come sempre, lascio qualche foto del vecchio post, a futura memoria…

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28 Comments

  1. Indovina un po’ cosa ho fatto ieri mattina? E se poi ti dicessi che le spezie e l’ostia le ho prese due fine settimana fa da un certo Manganelli ?!
    E’ già il secondo anno che faccio il panforte (anche se la ricetta che seguo è un po’ diversa e uso lo stampo da 18 ) e i profumi che si sprigionano durante la cottura mi hanno completamente fatto innamorare di questa preparazione.
    Il tuo sembra davvero buono e morbidissimo, complimenti!
    Però la storiella del gioco a tavola non la sapevo … mi sa che tra qualche giorno si proverà! 😉
    Buona giornata e un abbraccio

  2. E’ una drogheria fantastica a Siena, in Via della Città, andando verso il duomo. Una drogheria molto antica, di quelle di una volta. Se ti capita la prossima volta vai, sono sicura che resterai incantata …

  3. Sarò sincera non amo i dolci speziati con i canditi ma le tue foto da sole fan venir l’acquolina in bocca!

  4. Beati i toscani!!! Fortunati in tutti i sensi, a tavola soprattutto! Dolce stragoloso. Non sapevo la storia del gioco, ma un dolce così io mica lo faccio volare… lo mangio! 🙂 Bellissime anche le foto.

    • Ahahahah!!! Hai ragione, la Toscana è una bellissima regione. Ma a poco vorrei scoprire anche le altre…soprattutto a tavola! Ed effettivamente è un po’ un peccato lanciare il povero panforte…ma tanto non si rompe! 🙂
      Grazie davvero, a presto!

  5. Ciao ! Adoro i blog che raccontano il cibo tramite racconti veri e non solo le ricette…complimenti ! Certo, il gioco con il panforte è originale…basta togliere il tapeto sotto al tavolo ! Non sarà mica l’antenato di curling ?
    Un saluto,
    Marina

    • Ciao Marina…il panforte antenato del curling mi ha fatto morire!! Chissà, che tra le tante connessioni del cibo non ci sia anche questa? 🙂
      Grazie per essere passata, a presto!
      Alice

  6. Cara Alice, il tuo panforte sembra essere venuto davvero squisito! Pensa che quando eravamo a Siena volevo comprare le spezie proprio da Manganelli e invece ahimè aveva chiuso prestissimo e quindi avevamo trovato chiuso. Mi sa che anch’io come te proverò a fare il miscuglio di spezie da sola….Bravissima, anche le foto sono bellissime! Viene voglia di prenderne una fettina….
    Un abbraccio forte
    Sandra

    • Grazie Sandra!! Le tue parole mi fanno davvero piacere!
      Avevo un po’ paura a mescolare le spezie da sola, anche perchè ho fatto un mix tra ricette di vari libri…ma alla fine era proprio come quello originale! La fortuna del principiante… 🙂
      E’ stato bello conoscerti di persona, spero ci sia presto un’altra occasione. Un abbraccio!
      Alice

  7. Perdonami se arrivo solo ora, settimana ko per influenza e non ho guardato il blog… Grazie per la tua fantastica ricetta!!! Splendide foto!!! Ho inserito poco fa, grazie mille ancora, un abbraccio e perdona ancora il ritardo

    • Grazie Cinzia! Non preoccuparti…tra l’altro vedo il tuo commento solo ora perché era finito nello spam, chissà perchè! Grazie di nuovo e a presto!

  8. io l’ho fatto anno scorso e mi sono detta che non lo posso rifare più: troppo buono!
    stupendo il tuo!!!
    un abbraccio
    Sandra

    • Grazie Sandra! Effettivamente è pericoloso…io ho dovuto smerciarlo ad amici e parenti per evitare di mangiarmelo tutto in due giorni!! 🙂
      Un abbraccio grande!!

  9. Io non sono un’amante del panforte (e non é per la rivalità Siena- Firenze 😉 ) ma devo dire che il tuo ha un’aspetto meraviglioso! Bellissime anche le foto!

  10. Ho fatto il pan forte qualche anno fa, ed hai perfettamente ragione perché da piccola non mi piaceva e come te amo le cose antiche,vecchie, usate dal tempo, come anche le ricette. Adoro questo tuo articolo con tutte queste informazioni e racconti su questo dolce che mi da una gran voglia di rifarlo uguale uguale al tuo 🙂

    un’abbraccio!

    • Grazie Patrizia! Mi fa piacere sapere che ti è piaciuto l’articolo e che la pensi come me… E più passa il tempo, più sono convinta che le cose migliori sono quelle che scopri a poco a poco, col passare dei giorni o degli anni… 🙂
      Ricambio il tuo abbraccio!

  11. Queste storie delle nostre preparazioni tradizionali mi piacciono da morire.
    Se oggi mangiamo queste specialità è perché hanno una storia ed è giusto conservarne la tradizione.
    Fatto in casa non l’avevo mai visto, ma visto che sono stato a Siena una ventina di giorni fa, una fetta (ok, due) le ho portate a casa.

    Fabio

    • Sono d’accordo, è importante non perderne la memoria. Farlo in casa non è stato difficile…sono contenta di aver indovinato la giusta proporzione di spezie.. era molto simile all’originale!
      Grazie e a presto!

  12. Io l’ho assaggiato solo poche volte, ora che ci penso… dovrei rimediare, dovrei venire da te, dovrei fare un viaggetto a Siena, dovrei partire con questa scusa… 😉

  13. Ciao, provo a lasciarti un commento, i miei precedenti non sono mai apparsi… Io ho abitato a Siena, tanti anni fa, il mio fornitore era Nannini, però, tra tutti i dolci tradizionali, preferivo i cavallucci. Grazie per la ricetta, anch’io amo le ricette antiche. Buon fine settimana <3

  14. Meraviglioso il tuo panforte, con tanto di carta di riso! …quante buone spezie poi!!! ….per le spezie fanno Natale ed il panforte lo rappresenta proprio bene!
    Se non riesco a ripassare ti lascio intanto i miei auguri di un meraviglioso e sereno Natale!
    baci baci!

    • Grazie!! Sono molto soddisfatta della carta di riso e del mix di spezie autodosato…lo fanno sembrare molto simile all’originale! Ed è vero che fa tanto Natale…peccato che l’ho già finito!! Lo dovrei rifare 😉
      Tanti tanti cari auguri anche a te Terry, che queste feste siano serene e gioiose! Un bacio!

  15. […] For centuries, the recipe for panpepato was unaltered. However, when Queen Margherita of Savoy visited Siena in 1879, a version of the cake was made by a local spice seller who replaced the traditional black pepper with vanilla-sugar. In her honour, this ‘white’ and sweeter version of the cake was labelled ‘Panforte Margherita’. […]


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Sono Alice, toscana, grande camminatrice e lettrice indefessa, sempre con la testa tra le nuvole.
Ho una passione sfrenata per i dolci – soprattutto torte da credenza e biscotti – che cerco di bilanciare dedicandomi anche a piatti salati, preparati con tante verdure di stagione e prodotti locali.
Benvenuti nel mio angolino del cuore.

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