Agosto è il tempo delle more.
E’ il tempo delle ferie altrui e del mio riposo.
Fatto di giorni dilatati e rilassati. Di quiete.
E’ tempo di affetti profondi e di fugaci ritorni all’infanzia.
E’ il tempo del mio compleanno.
Con il sole che fa la voce grossa ma già lascia posto all’aria settembrina, tutto è in procinto di addolcirsi, e ci si guarda più volentieri dentro.
E nel sole spicco le more, lentamente, una ad una.
Le dita tra i rovi, ogni tanto una spina si impiglia nella mia pelle e mi trattiene, sembra dirmi: “Dove vuoi andare? Resta qui”.
Al sole luccicano le ragnatele intessute tra foglie e rami, gli insetti ronzano tutto intorno in un incessante moto laborioso.
Osservo ammirata i piccoli frutti, mi incanta il miracolo di delicatezza e perfezione.
Non resisto e metto in bocca una mora: dolce o aspra, ma sempre calda, un po’ polverosa, di quella polvere arsa di stradine solitarie di campagna.
Proseguo lungo il roveto, con calma, fino a quando le mie mani non sono graffiate, la pelle è arrossata, e il paniere è pieno.
Allora, è tempo di tornare a casa.
GALETTE RUSTICA DI MORE E VANIGLIA
Il termine galette, in Francia, si riferisce e vari tipi di dolci, ma nell’accezione più comune indica una torta rustica dove un guscio di pasta croccante e burrosa accoglie un sottile strato di frutta, il tutto cotto in forno.
E’ un dolce molto semplice, che non si formalizza troppo.
Una volta fatta la pasta dovete semplicemente stenderla, distribuire la frutta al centro e richiudere i lembi sopra. Avrà una forma irregolare, approssimativa, e per questo magnetica.
E’ l’opposto delle torte patinate, glassate, lucidate e pettinate che vanno per la maggiore, e che a vederle mi tolgono l’appetito.
Io ho scelto una farina integrale, che smorza il sapore del burro ed esalta quello della frutta. Nella maggior parte delle ricette anglosassoni e statunitensi, dove questo dolce è piuttosto diffuso, la quantità di burro è molto maggiore, fin quasi all’80% del peso della farina. Io mi sono attenuta a ricette più calibrate, che vengono incontro al gusto italiano, ma vedrete che comunque il burro non manca. In ogni caso, se volete aggiungerne ancora un po’, sarà a tutto vantaggio della lavorabilità dell’impasto.
Le more erano per me una scelta obbligata, l’ho immaginata così dal primo momento che l’ho vista su Pinterest. Ho pensato di dargli un leggero sentore di vaniglia usando uno zucchero aromatizzato fatto qualche tempo fa. Per avere un aroma più intenso potete mescolare direttamente i semi di vaniglia con le more.
La quantità di more è indicativa, io ne ho messe in abbondanza, perché mi piace che il ripieno prevalga sull’impasto.
Ingredienti per una galette per 6-8 persone:
Per la crust:
Per il ripieno:
Per la finitura:
* Per avere dello zucchero aromatizzato basta mettere in un barattolo a chiusura ermetica dello zucchero bianco e un baccello di vaniglia diviso a metà (magari uno del quale avete già usato i semi per un’altra preparazione). Dopo un paio di mesi lo zucchero aromatizzato sarà pronto per essere usato.
In una ciotola, mescolate le farine con il sale e lo zucchero. Unite il burro freddo a cubetti e lavoratelo con le mani, sbriciolandolo e facendogli assorbire farina fino ad avere un impasto slegato e bricioloso.
Unite i cucchiai di acqua freddissima e impastate velocemente, compattate in una palla, appiattitela, avvolgetela nella pellicola e mettete in frigo per almeno 1 h.
Se usate altri tipi di farina può darsi che vi serva meno acqua di quante ne ho messa io, perché la farina integrale richiede più liquidi; per questo versatene un cucchiaio alla volta e fermatevi quando vedete che l’impasto è sufficientemente compatto e uniforme.
Lavate delicatamente le more, scolatele e tamponatele con carta assorbente cercando di asciugarle più possibile ma senza romperle. Mettetele in una ciotola, unite lo zucchero alla vaniglia e l’amido di mais e mescolate dolcemente con un cucchiaio.
Stendete la pasta su un foglio di carta forno leggermente infarinato, formando un cerchio dello spessore di 2-3 mm. Versate al centro le more e ripiegate l’impasto verso il centro, cercando di non far sovrapporre troppo i lembi.
Sbattete l’uovo e il latte con una forchetta e spennellate la superficie della crust, cospargete di zucchero semolato e riponete in frigo per mezz’ora.
Cuocete a 180° per 45-50 minuti, lasciando la galette nel forno spento a fine cottura, in modo che il succo delle more si asciughi bene. Prima di servire, cospargete la superficie con lo zucchero a velo, usando un colino a maglie strette.
Che bella l’immagine delle more colte sui sentieri polverosi graffiandosi per raggiungere i rami più inaccessibili. Per fare la tua torta quest’anno dovrò accontentarmi del cestino del supermercato… ma la tortina merita un tentativo.
Sì…il gusto di raccogliere le more è quasi migliore delle more stesse!
Provala…a me è piaciuta davvero tanto! Buon fine settimana 😀
Sai che non condivido molto il tuo pensiero su agosto, ma devo ammettere che per un attimo mi hai quasi convinta! Era una poesia? 😉 quanto alla torta… Slllurp! Bona e di grande potere rinfrancante!
Hihihih…alla fine ti convincerò vedrai 😉
Grazie…un bacio! 😀
Adoro le torte rustiche con la frutta, sono le mie preferite in assoluto! E ultimamente mi sto convertendo ai dolci con farina integrale, quindi questa ricetta entra di diritto nella mia top 3 🙂
E poi…è un dolce francese! 😉
Eccola qui, anche “ello” è d’agosto (12) Mi piace la tua dolcissima introduzione, mi riconosco nella figura graffiata ma felice che descrivi. La prossima volta non sarò pigra e preparerò la tua “crust” (mi sento così ignorante 🙁 ), una brisè senza macchia, senza paura e non portatrice di sensi di colpa 😉
Buon fine settimana <3
Visto? Ce l’ho fatta! 😀
Effettivamente la potevo chiamare brisè, mica lo so perché ho scritto crust…mi sa mi sono fatta prendere la mano dagli anglicismi! 😉
Un abbraccio e buon fine settimana a te!
Stupenda davvero! Adoro le galette, rustiche, semplici e buonissime…ne ho provate varie e ora mi hai fatto voglia di farne altre! 🙂 baci
Grazie! 😀
Effettivamente mi sembra proprio un dolce che ti rappresenta! 😉
Buona domenica!!
stupende foto….stupenda atmosfera…..stupenda torta….<3
😀
Ma quanto sono buone le more!!! 😀 Anch’io come te abbondo nel ripieno, mi ci tuffo proprio 😛
Eheheh…di grande soddisfazione! :-):-):-)
Delizioso il dolce e deliziose le foto, incredibile che non siano scattate con una reflex. bravissima, complimenti! :))
Grazie! 🙂 🙂 🙂
Come sempre mi piace il tuo modo poetico e sognante di introdurre la ricetta che poi presenti…
Allora ho provato a farla anch’io e, anche se ammetto che non è venuta proprio bella, però è piaciuta, ed è questo che conta! 😀
Grazie! 😀
L’hai già fatta? Brava…e ci credo che è piaciuta…è troooppo buona! 😉
Galette..solo il nome mi fa venire un grandissimo appetito! poi la foto, le more e la descrizione di viottoli di campagna incantati mi fanno venire voglia di prendere la macchina e di farti compagnia in questi ultimi giorni di riposo! 🙂 buona giornata cara! un bacio
Sarebbe bello andare a caccia di more insieme! 😀
Anche io mi godo questi giorni estivi ma non troppo…sono i migliori!
Un abbraccio e buona giornata 🙂
beh questa non potevo perdermela anche se arrivo in ritardo! adoro anche io questi dolci, irregolari, un po’ rustici ma che sanno tanto di casa e cose semplici e buone…la mia raccolta di more è stata rinviata due volte a causa della pioggia…chissà se riuscirò domani
Ciao Silvia! Lo so che anche tu ami questo genere di dolci…ti auguro di poter fare la raccolta domani, così ti potrai cimentare in una delle tue creative ricette…io son qui in attesa!
Un bacio e a presto!
Eccole qui le more! Bellissima questa versione di galette, di cui solo il nome mi fa impazzire! Grande l’idea della farina integrale, il lato rustico mi intriga sempre molto nei dolci… ah e nel caso fossi arrivata tardi, buon compleanno!!!
Grazie! Anche io me ne sono innamorata sin dal nome…e quando poi l’ho assaggiata è diventato un vero idillio 🙂
Il compleanno era proprio il 16…grazie degli auguri e buona giornata!
[…] si ripiega per un centimetro o due sopra alla farcitura. Può essere dolce (io ne ho fatta una di more e una di rabarbaro) o, come in questo caso, […]