10 Marzo 2014

Taste 2014…io c’ero!

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Firenze, Stazione Leopolda, 8-10 marzo 2014.
Per il nono anno consecutivo, Pittimmagine organizza Taste, il salone dei prodotti alimentari italiani di qualità. Anzi, di “eccellenza”.
E chi non ne ha sentito parlare? Dato il prestigio dell’organizzatore e l’autorevolezza del parterre di promotori e collaboratori, tra i quali Oscar Farinetti e David Paolini, l’evento fiorentino diventa ogni anno più seguito e chiacchierato.
Non ci siete stati? Venite, vi faccio fare un giro.

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Ad ospitare la manifestazione, l’enorme spazio della Stazione Leopolda, la prima stazione di Firenze, inaugurata nel 1848 e ben presto soppiantata da Santa Maria Novella. Un gigantesco, unico ambiente che conserva ancora i muri scabri e la copertura grezza di un’officina/deposito (questa la sua ultima destinazione d’uso, nella prima metà del Novecento), che negli anni recenti ha trovato la sua ideale destinazione come location per fiere, mostre e manifestazioni di vario genere.

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Curiosa come una lontra, mi avvicino al piazzale antistante l’ingresso, affollato di gente, la mattina di sabato, finalmente un sabato di sole (e vento) che sembra dare il benvenuto a tutti i curiosi, i compratori e gli addetti stampa che dalle strade circostanti fluiscono verso la grande stazione.
Varco la soglia con un po’ di emozione e molta curiosità, determinata a non farmi sfuggire nulla. Capirò ben presto che è una missione impossibile. Trecento espositori si riveleranno ben al di là delle mie possibilità. Inizio a vagare un po’ frastornata cercando di capire da che parte iniziare, cosa selezionare, come affrontare questo bendiddio che mi trovo di fronte.

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Buona parte della fiera è dedicata agli espositori provenienti da tutta Italia: artigiani del gusto e della qualità, e non è soltanto una formula vuota. Sono pochi i marchi noti alla grande distribuzione e al consumatore medio. Per la maggior parte si tratta di produzioni familiari, artigianali, avviate da poco o con una lunga tradizione alle spalle, ma quasi sempre di nicchia.
I loro prodotti, al di fuori del territorio di origine, si possono trovare da Eataly, in qualche enoteca-gastronomia raffinata, nei supermercati un po’ esclusivi ma non ovunque. Non sono i prodotti in evidenza negli scaffali, non ci sono offerte che li lanciano e quindi rimangono più in ombra. Uno degli obiettivi di Taste è proprio la loro promozione: portarli all’attenzione dei venditori, degli esperti di gastronomia e del pubblico di consumatori, per offrire a queste realtà produttive una possibilità in più.

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Manco a dirlo, mi sono concentrata sul settore dolciario, andando a caccia di novità e marchi sconosciuti. Assaggi e degustazioni di cioccolato e praline, biscotti e creme spalmabili, colombe pasquali e torte tradizionali da far impallidire il più goloso dei golosi. Tutti di ottima qualità, per quanto ho potuto sperimentare.
Come i cioccolatini Bodrato, azienda piemontese con una lunga storia, o il torrone di pistacchi ricoperto di cioccolato bianco della siciliana Vincente Delicacies. Ho conosciuto il Pan dell’Orso abruzzese, simpatico nel nome quanto soffice e pieno nel palato, ho incontrato i Krumiri Rossi, sentiti nominare tante volte ma mai provati finora, e ho ritrovato i Biscotti di Prato del pastificio Mattei, affiancati dalla linea innovativa targata Desio.

luvirieTra tanti prodotti tradizionali, anche qualche novità che ha catturato la mia attenzione.
Come la linea “pitture per papille” della Luvirie, dal packaging innovativo che strizza l’occhio ad artisti e pittori.
Cosa intendo? Be’, che le gelatine sono confezionate in tubetti da tempera, le marmellate in barattoli da pittura e i frullati di frutta in tubi come quelli per la cera. Originale, divertente e di design: come resistere?

 

Nuova, per me, anche la linea di olii spremuti a freddo a partire da frutta secca a guscio, dell’azienda Pariani, da usare come condimenti a crudo di primi piatti, verdure e tartare di carne e pesce, cui conferiscono un aroma netto ma delicato.
E della parte di frutta rimasta dopo la spremitura dell’olio cosa si fa? Ecco a voi delle farine disoleate di nocciole, pinolo, pistacchio o mandorla, prive di glutine, da utilizzare per la preparazione di pane, pasta e dolci (come la Sbrisolina, anch’essa di produzione dell’azienda).

In tutto questo turbillon di lieviti e zuccheri, una menzione speciale alla Pasticceria Giotto dal Carcere di Padova, che oltre ad aver conseguito attestati di eccellenza per le proprie colombe e panettoni, svolge l’importantissimo compito sociale di insegnare un mestiere (anzi, un’arte) a persone detenute in carcere e offrire loro la possibilità di un nuovo inizio.

Impossibile menzionare anche solo una parte dei produttori di pasta, prosciutti e salami, formaggi vaccini, pecorini e ovini. E le salse, gli aceti balsamici, gli olii. Le birre, i vini passiti o da tavola. Ma forse non avrebbe nemmeno molto senso. Taste è una manifestazione tutta da vedere, vivere, gustare, per l’appunto. Quindi, se siete interessati al settore, non posso far altro che consigliarvi caldamente di andare, il prossimo anno.

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Oltre all’esposizione vera e propria, inoltre, c’è uno spazio (non molto ampio) dedicato a dibattiti su argomenti di attualità, come la pasta madre o la contraffazione dei prodotti alimentari made in Italy. Nello stesso open space, anche un bar in cui consumare un pasto veloce o indulgere in un dolcetto…se per caso non vi fossero bastati gli assaggi a vostra disposizione.

Due gli espositori di libri di cucina. Guido Tommasi Editore cattura con la sua linea curata, raffinata, innovativa: collane deliziose, ad un buon prezzo, che vorresti immediatamente acquistare in blocco (la mia preferita è Variazioni Golose) e titoli firmati da autori di culto come Donna Hay o Gordon Ramsay. E poi c’è Giunti Editore, dalle linee più basic (a volte un po’ spartane) ma con titoli validi e buoni contenuti.

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Più deludente, per quanto mi riguarda, l’area Taste Tools, dedicata all’arredamento di tavola e cucina. Oggetti di design, anch’essi artigianali, ma forse troppo di nicchi per me, e comunque racchiusi in una superficie espositiva troppo limitata.

Ma al di là dei prodotti, ciò che mi ha colpito di questa giornata è stata la possibilità di avere un contatto diretto con i produttori, con i proprietari delle aziende, a volte con i fondatori o i loro eredi.
Perché la maggior parte delle persone dietro agli stand non erano semplici hostess o venditori. Erano gli artigiani stessi, gli esperti che conoscono i fondo loro prodotti e sono in grado di illustrarli, di consigliarti, di svelare i segreti della produzione e a volte della cucina.
Con le dovute distinzioni del caso e le inevitabili eccezioni (si vede benissimo chi non ha voglia, chi non ci crede, chi è riluttante nell’offrire assaggi e degustazioni), la maggior parte dei volti che ho visto erano aperti e sorridenti, fieri di far conoscere i propri prodotti, desiderosi di raccontare una storia, spesso una storia di famiglia che si perpetua e si rinnova negli anni.
Sono proprio le persone che ho incontrato, la loro passione, l’inventiva, il coraggio di lanciarsi in nuove imprese – originali o legate alla tradizione – che mi hanno lasciato un’impressione positiva e hanno contribuito a rischiarare con una piccola iniezione di fiducia le prospettive che immagino per il futuro del nostro Paese.
Ecco, nelle ore trascorse alla Stazione Leopolda, non ho avuto la sensazione di stagnazione e arretramento che si respira da più parti ma, anzi, ho respirato una voglia di resistere e rilanciarsi che vorrei vedere più spesso.

0 risposte a “Taste 2014…io c’ero!”

  1. zuccherando ha detto:

    Che bello sembra di esserci stata!!!

  2. stravagaria ha detto:

    La tua passione per il buon cibo esce tutta ed è contagiosa!

  3. coccolatime ha detto:

    anche io c’eroooooooooooooooooooo…..mannaggina!!!

  4. coccolatime ha detto:

    mi son permessa di condividere sulla mia pagina fb il tuo post!!!! <3

  5. Terry ha detto:

    Che bello!… Stimolante …un sacco di cose, persone, aziende, prodotti da scoprire! Mi son giá segnata due aziende linkate 😉

  6. londarmonica ha detto:

    Mi sa che prossimo anno verrò anch’io…

  7. Fancyhollow ha detto:

    Io sono una super fan del Pan dell’Orso!!! Ho gli spacciatori di fiducia che me lo portano da Scanno! è buonissimo!

  8. la Greg ha detto:

    che bel reportage! avevo chiesto al marito di portarmi ma con la piccola pulce sarebbe stata un’impresa…magari il prossimo anno!
    un abbraccio

  9. Irene ha detto:

    un sacco di produttori con cui io lavoro!!! ma non potevi dirmi che non avevi mai assaggiato i krumiri rossi?? te li avrei portati anni e anni fa…!!!

    • panelibrienuvole ha detto:

      Ma amica mia, lo sai che tu sei tra i miei guru gastronomici e pertanto tra i tuoi compiti c’è quello di rendermi edotta…e di fornirmi assaggi e degustazioni di qualità! 🙂

  10. […] scoperta del Tête de Moine è frutto della mia giornata esplorativa a Taste 2014, il cui Paese ospite quest’anno era la Svizzera. Si tratta di un formaggio vaccino a pasta […]

  11. […] della confusione dello scorso anno (qui la sintesi), sono andata di buon mattino, per potermi muovere tranquillamente in un salone non […]

  12. URL ha detto:

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    […] Read More: panelibrienuvole.com/2014/03/10/taste-2014-io-cero/ […]

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