Si potrebbero dire tante cose sulla torta mantovana.
Che non è affatto originaria di Mantova, per esempio, bensì è legata alla storia di Firenze e della Toscana.
Che la rinomata pasticceria Mattei di Prato la produce ancora oggi secondo la ricetta originale.
Che il buon Pellegrino Artusi la inserì nel suo manuale di cucina.
Ma a me interessa soprattutto perché la torta mantovana era un cavallo di battaglia della mia nonna Elia, scomparsa da tanto tempo.
Quella che ancora oggi utilizzo è la sua ricetta, ricopiata da un quadernino piccolo e consunto. In quel taccuino, dalla copertina scolorita e dalle pagine giallognole, sono annotate poche, semplici ricette. Sono scritte a matita da una mano incerta e attenta, impegnata a rispettare le regole di calligrafia che si insegnavano a scuola all’inizio del secolo e ormai perdute.
Si dice che la stessa ricetta, preparata da mani diverse, non possa venire uguale.
Sarà che io faccio la mantovana raramente, sarà che sono trascorsi molti anni, sarà che la mente umana piega e adatta i ricordi a proprio piacimento, ma quando io assaggio una fetta di questa torta, con quella crosticina velata sulla superficie, il gusto dei pinoli, la morbidezza dell’interno, mi sembra proprio quella della nonna Elia.
E’ un sapore antico, di casa, consolatorio.
Ti fa sentire che c’è qualcuno che ti vuole bene.
Lei la faceva così.
Porzioni: 8 Tempo di preparazione: 15′ Tempo di cottura: 25′
200 g di farina 00
130 g di zucchero
120 g di burro fuso
1 uovo + 4 tuorli
mezza bustina di lievito chimico in polvere
scorza grattugiata di mezzo limone
30-40 g di pinoli
Con una forchetta, sbattete lo zucchero insieme all’uovo e ai tuorli.
Aggiungete il burro fuso, la scorza di limone e infine la farina e il lievito setacciati, incorporandoli a poco a poco nell’impasto.
Imburrate uno stampo a cerniera del diametro di 24 cm e versatevi il composto.
Distribuite i pinoli sulla superficie e cuocete in forno a 180° per 25 minuti.
Sina e il lievito setacciati, incorporandoli a poco a poco nell’impasto.
Imburrate uno stampo a cerniera del diametro di 24 cm e versatevi il composto.
Distribuite i pinoli sulla superficie e cuocete in forno a 180° per 25 minuti.
Come al solito, lascio qui anche le foto che risalgono al periodo in cui ho postato la prima volta questa ricetta. Negli anni l’ho rifatta tante volte e alla fine mi sono decisa a fare anche delle nuove foto, che si affiancassero alle vecchie e dessereo anche testimonianza della mia evoluzione in ambito fotografico.
Se vi piacciono le torte come questa, semplici e confortanti, vi suggerisco anche la torta con farina di castagne e clementine e la ciambella allo yogurt e pistacchi.
Le torte delle nonne sono sempre le più buone…(e questo post è dolcissimo)
Grazie 🙂
Forse sono così buone perché sono torte impastate di baci e comprensione…
Buona domenica!
Mi sa che hai ereditato la “mano” della nonna 🙂 la ricetta mi fa gola manca solo una foto del taccuino d’antan. Buona domenica
Hai ragione! Si trova a casa dei miei, gelosamente custodito da mia mamma…ma almeno uno scatto me lo farà fare! 🙂
Che meraviglia! I ricordi delle mie nonne sono un po’ vaghi. Non mi hanno lasciato un taccuino di ricette ma solo pochi piatti, profumi, consistenze che né mia mamma nè io siamo riuscite a replicare…però ho presente quella calligrafia, la ricerca della perfezione nello scrivere, emblema di un tempo che non tornerà più!
Un abbraccio
Silvia
Sì Silvia, hai colto proprio il punto…
A leggere quella calligrafia mi sembra di rivedere le sue mani e l’impegno messo nello scrivere, un’operazione certo difficoltosa per lei che aveva fatto soltanto la seconda elementare, e forse proprio per questo così precisa e attenta, proprio come un bambino che ha imparato a scrivere da poco. 🙂
Un abbraccio!
Che bella… oltre che l’appetito mi fa venire voglia di dolcezza e di cose belle!
Cara sei passata nei miei ultimi due post?
Che aspetti!
Bacioni.
Luna
ma dai? ma lo sai che mi sveli un segreto con qst post?? e quanto calore si vede e si percepisce… nonna Elia…
È un segreto di famiglia… 🙂
Ingredienti pochi e semplici, gusto di casa. Solo le ricette delle nonne riescono a trasportarci indietro nel tempo, bisogna tenerseli stretti questi ricordi, anche facendo torte! 😉
Hai ragione! E più vado avanti più capisco che la cucina per me ha una connotazione affettiva fortissima…
Un bacio!
Hai ragione! Sempre di più mi rendo conto che per me la cucina è un fatto di emozioni e affettività…
Un bacio!
Come ho visto la foto l’ho riconosciuta subito. Cavallo di battaglia anche della mia nonna, sono cresciuta a Mantovana. Lei l’ha presa dall’Artusi, che era il suo preferito, ma la faceva (ora non ce la fa più) talmente tanto che la gente credeva fosse una ricetta sua.
Ganzo vederla online..
Davvero? Che bello sapere che qualcuno ha condiviso i miei stessi sapori! La mi nonna non c’è più da tanto tempo, ma questa torta me la ricorda sempre intensamente, al primo morso.
Chissà, forse le nonne hanno un sistema segreto di comunicarsi le ricette del cuore!
Grazie di essere passata!
Alice
[…] la passione della mia nonna materna (la nonna Elia della quale conservo con amore la ricetta della mantovana) e quando ero piccola proprio non capivo cosa ci trovasse in questi tronchetti bitorzuoli e […]