Questo è un post importante.
La ragione futile è che finalmente mi sono decisa a provare l’amaranto, che ultimamente si sente nominare dappertutto per le sue proprietà nutrizionali peculiari e benefiche, tanto che ormai mi ero incuriosita. La ragione seria è che con questa ricetta partecipo al progetto solidale “Un chicco tira l’altro”, promosso dall’ONG ProgettoMondo MLAL, riguardante il tema del diritto al cibo per le popolazioni del Sud del mondo (qui e qui tutte le informazioni per la partecipazione).
Il progetto, alla sua seconda edizione, quest’anno è dedicato ai cereali: le dodici ricette selezionate saranno usate per un calendario e un’agenda per la raccolta fondi.
E così, ecco il mio modesto contributo ad una bellissima iniziativa, utile anche a non dimenticare che se spesso per noi la cucina è piacere, passione e divertimento, esistono realtà ben più ampie e più vicine di quanto non si pensi dove non esiste cucina, ma tutto si riduce al puro, originario bisogno di mangiare e alla drammatica carenza di cibo.
Ho scelto l’amaranto per curiosità, per originalità, per la simpatia che mi ispira il nome e per lo splendido colore dei suoi fiori. Infatti non si tratta di un cereale, ma di una pianta i cui chicchi vengono usati come se lo fossero. Sono chicchi di un giallo tenue, piccolissimi – quasi microscopici – e perfettamente rotondi. Una meraviglia solo a guardarli.
Inoltre l’amaranto ha proprietà peculiari che lo distinguono dai cereali veri e propri: innanzitutto non contiene glutine ed è quindi adatto ai celiaci; poi ha un alto contenuto proteico e ci regala una buona quantità di calcio, fosforo, magnesio e ferro, nonché di fibre.
Dopo la cottura, i chicchi assumono una colorazione marrone chiaro e diventano leggermente gelatinosi, come delle piccole perle traslucide; per evitarlo, si dovrebbero tostare velocemente in una padella antiaderente prima della cottura, ma – almeno per questa ricetta – secondo me non ce n’è bisogno.
Non saprei descrivere il sapore che ha se mangiato da solo, forse vagamente simile alle lenticchie, comunque gradevole.
Vi propongo l’abbinamento di questi piccoli chicchi saporiti e croccanti con la fresca leggerezza della zucca e la sapidità delle arachidi tostate. E vi dirò che, contro ogni previsione (perché le cose “strane” in genere non mi entusiasmano), questa ricetta a me è piaciuta molto!
SFORMATINI DI AMARANTO ALLA ZUCCA E ARACHIDI TOSTATE
Per 4 sformati monoporzione:
Lavate l’amaranto sotto l’acqua corrente; essendo grani piccolissimi, io ho usato un colino tipo quello da tè. Mettetelo in una pentola con due parti di acqua per una di amaranto (nel mio caso: 320 ml di acqua) e due foglioline di salvia. Quando spunta il bollore, aggiungete un po’ di sale e coprite con un coperchio. Fate cuocere a fuoco basso senza mescolare per 25-30 minuti, finché l’acqua non sia stata completamente assorbita. Se rimane un po’ di liquido, scolate l’amaranto servendovi del solito colino da tè. Rimuovete la salvia a fine cottura.
Mentre l’amaranto cuoce, tagliate finemente il porro e fatelo appassire in una padella antiaderente con poco olio per qualche minuto, aggiungendo un cucchiaino di aceto.
Pulite la zucca e tagliatela a dadini piuttosto piccoli. Aggiungete metà della zucca al porro, unite un po’ di rosmarino e fate stufare per circa 30 minuti nella padella coperta, aggiungendo un po’ d’acqua se necessario. La zucca deve diventare morbida ma non acquosa, quasi una purea.
Mettete il resto dei dadini di zucca in una teglia rivestita di carta forno, condite con un filo d’olio e del rosmarino e infornate a 200° per 15-20 minuti, togliendola prima che si ammorbidisca troppo.
Tagliate grossolanamente le arachidi con un coltello e tostatele per qualche minuto in una padella antiaderente.
A questo punto potete assemblare i vostri sformatini. Io ho usato degli stampini in silicone, che garantiscono una perfetta riuscita in fase di “sformatura”; se usate quelli antiaderenti ricordatevi di ungerli con un po’ di olio. Distribuite in ogni stampino uno strato di amaranto, appiattendolo con il dorso del cucchiaio. Mettete poi uno strato di purea di zucca e completate con un altro strato di amaranto. Ripassate inforno a 200° per 15 minuti.
Una volta raffreddati, rimuovete gli stampini rovesciando gli sformati sul piatto da portata e servite accompagnati dai dadini di zucca mescolati alla granella di arachidi tostate.
È la prima volta che lo sento… mi sento super ignorante ma per lo meno grazie a te ho imparato qualcosa!
Io ne sento parlare da un po’ e mi incuriosiva parecchio…devo dire che vale la pena provarlo, anche se non è proprio economico. Ma per una volta si può fare! 🙂
brava. brava è importante davvero.
Anche te l’amaranto!
Bella la tua idea! Ora che ne ho in casa un bel pacchetto, vedo di replicarti!
Alice che bontà! Anche io lo punto da un po’ ma mi sono ripromessa di comprarlo quando avrò sgomberato un po’ la dispensa…vorrà dire che quando sarà ora di cucinarlo prenderò spunto dalla tua ricettina!
L’abbinamento con il dolce della zucca ed il sapido delle arachidi sembra azzeccatissimo…
Un abbraccio
Silvia
Hai ragione, anch’io continuo a comprare farine, cereali e ingredienti di tutti i tipi e la dispensa è piena di residui che aspettano di essere finiti! Ma quando l’ho visto in offerta alla coop ho capito che era giunto il momento! 🙂
A presto!
Veramente ammirevole il tuo proposito. Non ho mai provato l’amaranto ma questi sformatini sembrano essere deliziosi! 😉
Giusy
Grazie! E ti dirò di più: ho scoperto che l’amaranto viene coltivato anche nella zona di Cesa! Magari ti può interessare… 😉
Buona giornata!
Grazie mille per la info. Certo che può interessarmi!
Notte!
Giusy
Ho tutti gli ingredienti pronti in casa! Oggi la provo!
Grazie mille per il tuo contributo.
Grazie a te per questa bellissima iniziativa! Fammi sapere se l’esito ti soddisfa! Buona giornata.
Non c’è niente da fare, via, in città siete troppo più avanti e si trovano un sacco di cose in più…io non lo conoscevo nemmeno l’amaranto! Adesso sì, però, e mi ha anche incuriosito! 🙂
Ovvia giù, la prossima volta ti porto anche questo! 😉
[…] Contiene anche una buona quantità di fibre e di lisina (come l’amaranto, di cui ho parlato qui). È un riso molto digeribile e, associato a legumi, fornisce un apporto proteico quasi […]
[…] Contiene anche una buona quantità di fibre e di lisina (come l’amaranto, di cui ho parlato qui). È un riso molto digeribile e, associato a legumi, fornisce un apporto proteico quasi […]
[…] ho pensato che sarebbero state contente di fare con me questo esperimento di un impasto a base di amaranto e nocciole, legato dall’aroma avvolgente del cardamomo. Nell’occasione, ho anche […]
[…] ho pensato che sarebbero state contente di fare con me questo esperimento di un impasto a base di amaranto e nocciole, legato dall’aroma avvolgente del cardamomo. Nell’occasione, ho anche […]
😛 invitantissimi!!!
[…] inizialmente volevo fare degli sformatini monoporzione come questi, ma forse perché l’amaranto era di una varietà diversa, forse a causa dell’umidità […]
[…] ho ormai parlato diverse volte (la prima qui) uno pseudo-cereale ricco di proteine, fibre e amminoacidi essenziali. Ha un sapore deciso, […]