In perfetto timing con la stagione, non poteva mancare la schiacciata con l’uva, tipico dolce fiorentino. L’ho scoperta quando mi sono trasferita qui e da allora la faccio ogni anno, tanto che non ho idea di come siano quelle comprate al forno! Mi piace moltissimo per il sapore zuccherino che sa di olio, di uva e rosmarino, il sapore dei dolci antichi snobbati dalle nuove generazioni (ma anche da molti della mia età) e che invece a me fanno sognare. E poi ha un aspetto così semplice e genuino e al tempo stesso accattivante, con tutti gli acini zuccherosi che brillano sulla superficie e l’interno dolce e succoso che ammicca da dentro la fetta tagliata…impossibile resistere!
Dopo un’accurata disamina sul web e approfonditi confronti con le colleghe di lavoro, sono giunta alla mia personalissima ricetta, e ne sono piuttosto soddisfatta. L’unica raccomandazione è di usare l’uva da vino (tipo Canaiolo o Sangiovese), quella con gli acini piccolini e fitti, e non quella da tavola che produrrebbe un effetto del tutto diverso…e allora non sarebbe più la “stiacciata” di Firenze. C’è chi usa l’uva apirena, che non ha semi, ma secondo me non ha senso: il bello di questo dolce è anche sentire lo scrocchiarello dei semini che si schiacciano sotto ai denti e sembrano far festa all’autunno che sta per arrivare.
In un pentolino, scaldate l’olio con il rosmarino per qualche minuto.
Sciogliete il lievito in metà acqua e 5 cucchiai di zucchero nell’altra metà.
Mettete la farina in una ciotola e versatevi al centro 5 cucchiai di olio aromatizzato e tutta l’acqua, a poco a poco. Iniziate ad impastare con una forchetta, poi rovesciate il tutto sulla spianatoia e proseguite con le mani. Formate una palla, mettetela in una ciotola pulita coperta con un canovaccio e fate lievitare nel forno spento ma tiepido per un’ora e mezzo circa.
Mentre la pasta lievita, lavate accuratamente i chicchi d’uva e asciugateli.
Riprendete la pasta e aiutandovi con il mattarello stendetene una metà sulla placca del forno ben oliata, lasciando che i bordi fuoriescano un po’. Lo spessore deve essere di pochi millimetri. Cospargetela con abbondante uva e un paio di cucchiai di zucchero, poi ricopritela con il resto della pasta (anch’essa molto sottile) e ripiegatevi sopra i bordi dello strato inferiore, sigillandoli bene.
Infine spennellate la superficie con il resto dell’olio e cospargetela con l’uva e lo zucchero rimasti. Cuocete a 180° gradi per 40-50 minuti.
Signore e signori, a due anni di distanza vi presento…il mio primo post!! 🙂
Ebbene sì… anche quest’anno ho preparato la tradizionale schiacciata con l’uva, che prelude al periodo della vendemmia, e mi sono ricordata che era stata la protagonista del mio primo post. Visto che era sprovvisto di foto, ho pensato di rimediare e fare un paio di scatti. Ve lo ripropongo così com’era…e visto che probabilmente la schiacciata era passata inosservata ai più, vi segnalo anche la ricetta, che per me è una vera bontà rustica e casalinga.
Buon settembre!
Che bella, e buona! Con il suo fascino rustico delle cose semplici, ma sai la cosa che mi piace di più?? E’ il fatto che questo sia stato il tuo primo post…a cui non ero presente ed ho recuperato….bello ripercorrere le starde e le ricette che fanno parte delle nostre tradizioni!
Grazie Daniela! Infatti ho pensato di ripubblicarlo anche per questo…essendo il primo probabilmente non l’aveva visto nessuno…e invece per me è una ricetta importante, proprio perché “povera” e del mio territorio!
Un abbraccio e buona giornata! 🙂
Ci stavo pensando giusto in questi giorni sai? Questo settembre ancora deve essere battezzato con la schiacciata! Devo solo trovare l’uva che mi ispiri al punto giusto … che per ora non è stata pervenuta. Mentre confido nei prosssimi giorni ammiro la tua, che nemmeno a dirlo è venuta magnifica 🙂
Grazie! E’ un dolce così rustico e campagnolo che mi piace tanto…mi piacerebbe mangiarlo proprio in vigna, per assaporare di più l’uva! 🙂
Buona giornata!
ottima idea, è uno dei dolci fiorentini che più amo e non l’ho mai preparata. Devo rimediare… quindi carta e penna che mi segno la tua ricettina!
;-)) buona giornata
Manu
Bella Alice! Menomale che fai sempre delle precisazioni corrette! Io sarei andata diretta a prendere dei bei grappoloni d’uva con gli acini più grossi che ci sono 🙂
Ma lo sai che è anche assolutamente vegan la ricetta? Marco Bianchi sarebbe fiero di te 🙂
Ho sempre detto che avrei dovuto provare a farla, si sa mai che questo sia l’anno buono, devo solo cercare l’uva giusta (a Milano dove la trovo?)
Non ci avevo pensato…si vede che questa cosa del veganesimo proprio mi sfugge… Ci starò più attenta! 😀
Ma, qui a Firenze si trova ovunque, proprio con la dicitura “uva da schiacciata”…praticamente è quella da vino, quindi basta trovare una vigna…magari durante un’escursione nelle Langhe.. 😉
Buongiorno Alice, il primo post non si scorda mai, io lo ritengo ancora il più bello. Amo questo dolce, beh, abitando praticamente in mezzo alle vigne ho solo l’imbarazzo della scelta; la cabernet è perfetta, piccola nera e consistente anche se io prediligo l’uva fragola.
(Nella barra a dx, sotto i blog amici, cè un testo che si legge così:
Hai ragione…era un tentativo di widget per Google Analytics miseramente fallito…mi sono sempre dimenticata di toglierlo!
Allora l’uva a te non manca di certo!
Io vivo in Toscana, Toscanissima, a Firenze!! Perché Milano?
Non lo so, avevo letto della Toscana ma ne parlavi in un modo che sembrava al passato e ti ho “vista” a Milano. Chissà, a volte mi succede anche di dare un altro nome alle persone perchè mi ricordano quelle con quel nome. Ah, la mente umana, la mia poi, è tutta un programma 😉 Una serena giornata a te <3
Ma lo sai che non hai tutti i torti?
Nulla di più lontano da me di Milano, ma sono di natura nostalgica, e quando parlo della mia amata Toscana penso spesso a quella del passato, dei miei nonni, che non ho mai conosciuto.
Sei mitica…solo tu puoi notare queste sfumature. 🙂
P.S.: aspetto di sapere che nome mi dai…chissà quante cose rivelerà di me! 😉
Sicuramente me l’ero persa quindi hai fatto bene a riproporla. E poi queste foto sono bellissime, io sono senza parole, hai un talento speciale che ti invidio con affetto Anche per i dolci hai un talento speciale… insomma tra un po’ sarò rosa dall’invidia a trecentosessanta gradi
Macchè invidia! Sono io che rimango sempre ammirata quando leggo le tue recensioni…vorrei essere io così acuta e capace di trasmettere in poche parole il senso di un libro… E ti continuo a leggere anche nella speranza di migliorare 🙂
Anzi…ora passo visto che manco da un po’ 😀
2014??????? Non c’ero ancora. meno male che ti leggo adesso, perché ne vale la pena davvero. Anche io sono per i dolci semplici, Non resisto a quel profumo di casa e di antico….
Ma che foto ! Prima o poi dovrò imparare a farne di simili. Uguali , lo ritengo impossibile.
In autunno quando sarà pronta l’uva delle vigne che ho potato farò la tua ricetta.uva nera Merlot veneta.mai visto un dolce o torta salata( non so dire)con l’uva.finalmente una alternativa al budino di mosto che facciamo in veneto….
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L’ha ribloggato su panelibrienuvolee ha commentato:
Signore e signori, a due anni di distanza vi presento…il mio primo post!! 🙂
Ebbene sì… anche quest’anno ho preparato la tradizionale schiacciata con l’uva, che prelude al periodo della vendemmia, e mi sono ricordata che era stata la protagonista del mio primo post. Visto che era sprovvisto di foto, ho pensato di rimediare e fare un paio di scatti. Ve lo ripropongo così com’era…e visto che probabilmente la schiacciata era passata inosservata ai più, vi segnalo anche la ricetta, che per me è una vera bontà rustica e casalinga.
Buon settembre!
Che bella, e buona! Con il suo fascino rustico delle cose semplici, ma sai la cosa che mi piace di più?? E’ il fatto che questo sia stato il tuo primo post…a cui non ero presente ed ho recuperato….bello ripercorrere le starde e le ricette che fanno parte delle nostre tradizioni!
Grazie Daniela! Infatti ho pensato di ripubblicarlo anche per questo…essendo il primo probabilmente non l’aveva visto nessuno…e invece per me è una ricetta importante, proprio perché “povera” e del mio territorio!
Un abbraccio e buona giornata! 🙂
daiiii me ne offri un trancettino??? solo uno!
Certo che sì! Con molto piacere… 🙂
Ci stavo pensando giusto in questi giorni sai? Questo settembre ancora deve essere battezzato con la schiacciata! Devo solo trovare l’uva che mi ispiri al punto giusto … che per ora non è stata pervenuta. Mentre confido nei prosssimi giorni ammiro la tua, che nemmeno a dirlo è venuta magnifica 🙂
Grazie! E’ un dolce così rustico e campagnolo che mi piace tanto…mi piacerebbe mangiarlo proprio in vigna, per assaporare di più l’uva! 🙂
Buona giornata!
ottima idea, è uno dei dolci fiorentini che più amo e non l’ho mai preparata. Devo rimediare… quindi carta e penna che mi segno la tua ricettina!
;-)) buona giornata
Manu
Allora fammi sapere se la fai! 🙂
Buona giornata a te!
Certo, appena trovo uva buona la preparo!
Bella Alice! Menomale che fai sempre delle precisazioni corrette! Io sarei andata diretta a prendere dei bei grappoloni d’uva con gli acini più grossi che ci sono 🙂
Ma lo sai che è anche assolutamente vegan la ricetta? Marco Bianchi sarebbe fiero di te 🙂
Ho sempre detto che avrei dovuto provare a farla, si sa mai che questo sia l’anno buono, devo solo cercare l’uva giusta (a Milano dove la trovo?)
Non ci avevo pensato…si vede che questa cosa del veganesimo proprio mi sfugge… Ci starò più attenta! 😀
Ma, qui a Firenze si trova ovunque, proprio con la dicitura “uva da schiacciata”…praticamente è quella da vino, quindi basta trovare una vigna…magari durante un’escursione nelle Langhe.. 😉
Buongiorno Alice, il primo post non si scorda mai, io lo ritengo ancora il più bello. Amo questo dolce, beh, abitando praticamente in mezzo alle vigne ho solo l’imbarazzo della scelta; la cabernet è perfetta, piccola nera e consistente anche se io prediligo l’uva fragola.
(Nella barra a dx, sotto i blog amici, cè un testo che si legge così:
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Vedi cos’è.) Ma tu vivi in Toscana o a Milano? Buona giornata <3
Hai ragione…era un tentativo di widget per Google Analytics miseramente fallito…mi sono sempre dimenticata di toglierlo!
Allora l’uva a te non manca di certo!
Io vivo in Toscana, Toscanissima, a Firenze!! Perché Milano?
Non lo so, avevo letto della Toscana ma ne parlavi in un modo che sembrava al passato e ti ho “vista” a Milano. Chissà, a volte mi succede anche di dare un altro nome alle persone perchè mi ricordano quelle con quel nome. Ah, la mente umana, la mia poi, è tutta un programma 😉 Una serena giornata a te <3
Ma lo sai che non hai tutti i torti?
Nulla di più lontano da me di Milano, ma sono di natura nostalgica, e quando parlo della mia amata Toscana penso spesso a quella del passato, dei miei nonni, che non ho mai conosciuto.
Sei mitica…solo tu puoi notare queste sfumature. 🙂
P.S.: aspetto di sapere che nome mi dai…chissà quante cose rivelerà di me! 😉
[…] Segui il link: schiacciata con l’uva. […]
Sicuramente me l’ero persa quindi hai fatto bene a riproporla. E poi queste foto sono bellissime, io sono senza parole, hai un talento speciale che ti invidio con affetto Anche per i dolci hai un talento speciale… insomma tra un po’ sarò rosa dall’invidia a trecentosessanta gradi
Macchè invidia! Sono io che rimango sempre ammirata quando leggo le tue recensioni…vorrei essere io così acuta e capace di trasmettere in poche parole il senso di un libro… E ti continuo a leggere anche nella speranza di migliorare 🙂
Anzi…ora passo visto che manco da un po’ 😀
2014??????? Non c’ero ancora. meno male che ti leggo adesso, perché ne vale la pena davvero. Anche io sono per i dolci semplici, Non resisto a quel profumo di casa e di antico….
Ma che foto ! Prima o poi dovrò imparare a farne di simili. Uguali , lo ritengo impossibile.
In autunno quando sarà pronta l’uva delle vigne che ho potato farò la tua ricetta.uva nera Merlot veneta.mai visto un dolce o torta salata( non so dire)con l’uva.finalmente una alternativa al budino di mosto che facciamo in veneto….
E io invece vorrei fare il budino di mosto! Ho visto la ricetta qualche anno fa e poi non ho mai provato. Facciamo uno scambio culturale 🙂