Immaginate una sera di aprile che nulla concede alla primavera, il vento fresco che si è ormai posato e la quiete di un sole pigro, che rimane sospeso ad osservarci ancora un po’.
Due tavoli improvvisati, tovaglie di carta, bicchieri colorati e le posate spaiate, non ce n’è nemmeno per tutti. Qualcuno affetta il pane, qualcun’altro inizia a sgranocchiare noccioline, R. pensa al fuoco e io taglio il pecorino.
I baccelli li abbiamo già raccolti, tra un filare di vite e una delle grandi piante di olivo che iniziano a mignolare, sono bastati pochi minuti per farne un paniere.
Ancora dieci minuti e ci sediamo tutti a tavola, il vino, l’olio, il pecorino iniziano a passare di mano in mano con un moto continuo e armonioso. I pomodori ci ammaliano col loro sapore intenso, dolce e succoso, di cui il rosso vivo è solo l’anticipazione, come un ammiccamento all’estate.
La serata passa veloce, quasi non ci accorgiamo che è già buio, non fino a quando iniziamo a sentire fresco e la tavola è ormai un alternarsi di montagne di bucce di baccelli, briciole, tovaglioli spiegazzati e bicchieri mezzi pieni.
Tra poco è ora di rincasare, ma non prima di aver mangiato due fragole e il dolce, un soffione che sa di limone e ha la leggerezza della ricotta fresca. Tutto qui, quello che serve per essere felici.
Ricotta di pecora freschissima, tanta scorza di limone e una frolla leggera all’olio d’oliva, con poco zucchero. Questo è il fiadone (o soffione) dolce, tipico di Abruzzo e Molise. Ma in Abruzzo, la scorsa estate, non ne ho trovato nemmeno uno e allora mi sono arrangiata a farli da sola – visto che la ricotta è di stagione – in occasione della Giornata del Calendario del Cibo Italiano che celebra i dolci di formaggio.
La ricetta viene dalla dolcissima Laura, che – coincidenza! – in questi giorni ha fatto anche quelli salati. E allora non ho finito di preparare questi che già ho iniziato a fantasticare sui fiadoni al formaggio, magari per uno dei pic nic di stagione. Ma intanto, largo alla dolcezza.
Sono lieta di segnalare che questo post è stato scelto dal giornale on line Lorenzo Vinci tra i cinque migliori sul web sull’argomento dei fiadoni. Sono soddisfazioni!
Se penso ai dolci al formaggio ho subito l’idea di roba pesante, gnucca. I tuoi fiadoni dolci sembrano ripieni di nuvole, tanto sembrano morbidi.
Ho cercato di cuocerli il giusto per lasciarli così! E devo dire che mi sembrava la giusta consistenza 😀
Mooolto simile alle pardulas: solo che i sardi sono più “risparmiosi” e utilizzano le stesse uova sia per l’impasto esterno che per quello interno 😀
Le proverò!!
nell’attesa di scoprire quelli salati mi godo questi dolci che sembrano perfetti per la merenda 🙂
E lo sono infatti! 😀
Molto interessanti questi dolcetti, il gusto posso immaginarlo però devo proprio prepararli sono simpatici da offrire
Grazie per la bella proposta
Alice, così nell’attesa di poterti abbracciare (prestissimo!) mi godo questo omaggio gongolando!La cosa che più mi fa piacere è sapere questa ricetta oltre che nella tua cucina, coniugata a tutto il verde della vita di campagna che in questo periodo sta risvegliando anche me!Che belle tutte quelle verdure e soprattutto che belle le tue foto!Sono felice che questi dolcetti abbiano stuzzicato la tua fantasia, adesso non resta che provare anche quelli salati!;-) Ti aspetto!!!
Grazie cara Laura…sarebbe bello un giro in campagna insieme! Chissà che un giorno non si riesca a combinare? 🙂
Ti abbraccio!
Questo non potevo perdermelo 😀 Noi – almeno nel pescarese e al suo interno – lo chiamiamo “Soffione di Ricotta” ed è generalmente a forma di ciambella; mentre il fiadone (che può essere sia salato sia un po’ dolce) ha anche un altro aspetto. Che bello che abbio trovato posto nella tua tavola imbandita tra la primavera che occhieggia :-*
Giusto, infatti da Laura l’ho visto sia in monoporzione che a ciambella…e lei lo chiama anche soffione. Come che sia, il sapore era davvero buono 😀 La cucina abruzzese non delude mai!
Mi piacerebbe partecipare ai tuoi pic nic! Non conoscevo questi dolcetti di ricotta ma se mi capitassero a tiro puoi scommettere che non me li lascerò scappare…
Li facciamo di rado, troppo di rado, considerato quanto mi piacciono 🙂
Questa ricetta completamente nuova per me è invitantissimi!
Grazie Francesca! Un bacio!
Ma che si noleggia codesto campo coi tavoli spaiati?
Uhm, non so, forse una volta ti potrei invitare… 😛
Ma che bellezza! Sono proprio una nuvola! Da provare anche questi!!! Bellissima la tua storia le
Tue foto le tue ricette, mi ripeto lo so, ma non riesco a dire altro se non che è tutto bello quello che fai! <3
Ma grazie cara Cecilia! Non so se sei ripetitiva…di fatto a me fa sempre piacere ricevere i tuoi complimenti…come la prima volta! 😀
Pensa che ero indecisa tra questi e la torta, poi ho preparato la torta, ma questi sono troooopo invitanti, ora mi hai fatto venire voglia di prepararli! Complimenti!
Ecco, e io vorrei fare la torta! 😀
belli, veramente belli, mi piacerebbe esser li per assaggiarli.
Grazie!
E’ l’alba, ho appena fatto colazione, eppure con il tuo racconto mi ha fatto venire un languorino … Questi dolcetti non li conoscevo, (si imparano un sacco di cose con il Calendario del cibo italiano) ma dovrò provarli presto, mi sembrano proprio buonissimi.
Il Calendario del Cibo Italiano è una forza!! 😀
Lost in your post 🙂
Sai che non li ho mai fatti ne mangiati? devono essere proprio buoni e i tuoi sono proprio bellissimi!
Grazie!